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Libri & Editori
Intervista a Cesare Catà, il professore-filosofo de L’attimo fuggente
Il professore e filosofo Cesare Catà


Di Chiara Giacobelli


Se c’è un professore in tutta Italia che meglio di chiunque altro incarna il celebre John Keating de “L’attimo fuggente”, interpretato da Robin Williams in maniera indimenticabile, è senza dubbio Cesare Catà. Marchigiano di origine, dopo una serie di esperienze all’estero Catà è oggi un uomo a 360 gradi: filosofo, scrittore, eccelso oratore capace di trascinare nel suo magico mondo di sogni, amore e poesia folle estasiate, regista e sceneggiatore, ma soprattutto Insegnante con la I maiuscola presso alcuni licei e università.

Affari Italiani lo ha intervistato per capire come si diventa un John Keating vivente, o magari l’incarnazione di un James Matthew Barrie tutta italiana. Occhi azzurri, modi sempre gentili e raffinati, con quel fare d’altri tempi che affascina e seduce, Catà è l’idolo del momento, di qualunque generazione si tratti. Poco tempo fa è persino salito alla ribalta delle cronache per aver scritto dei compiti delle vacanze alquanto particolari (vedi sotto). Ve lo presentiamo in questa intervista inedita.

 

Di recente è stato pubblicato il tuo ultimo libro: “Moly – Manuale di scienze umane ad uso dei licei. Volume I”. Come è nata l’idea e che cosa contiene nello specifico?

 

“Tutto è nato dalla mia esperienza di insegnante, che vivo in modo appassionato. Si tratta di un manuale che affronta le materie in una maniera un po’ fuori dagli schemi, ovvero parlando direttamente agli alunni prima che agli insegnanti. È un modo alternativo per conoscere sapienze preziose, lontane nel tempo, attraverso termini e materiali contemporanei. L’intento è anche quello di mostrare come le Humanae Litterae siano attuali e affascinanti più che mai, specie nella nostra epoca di social network”.

 

Prima di questa pubblicazione avevi collaborato a un libro piuttosto diverso, “Forse non tutti sanno che nelle Marche...” della Newton Compton Editori. In che modo hai preso parte a questo progetto e perché? 

 

“Ha avuto la bontà di coinvolgermi l’autrice, una mia cara amica: nella nostra comune, seppur diversa, passione amorosa per la nostra terra, le Marche, abbiamo raccontato alcune storie celate che rendono ancora più magica questa “contea” tra i Sibillini e l’Adriatico. Noi marchigiani, ricchi in tutto, abbiamo sempre avuto difficoltà di comunicazione per esprimere ciò che è in nostro possesso; questo libro cerca allora di essere uno strenuo passo in direzione ostinatamente contraria”.

 

Oltre ad essere uno scrittore e un filosofo, possiedi un innato talento per l’oratoria. Ci puoi raccontare che cosa sono i tuoi Magical Afternoon e qual è secondo te il motivo del loro grande successo? 

 

“Anzitutto, grazie. I Magical Afternoon sono un nuovo format teatrale in cui si mescolano lettura scenica e lezione didattica; si tratta di una sorta di “visita guidata” spettacolare che proponiamo su Shakespeare e altri grandi classici della letteratura. Oggi c’è forse, in teatro, un grande iato tra opera, registi e pubblico; noi, al contrario di tanta avanguardia italiana, abbiamo cercato di fare un passo avanti verso gli spettatori, invece di nasconderci dietro gli sperimentalismi criptici, rendendoci comunicativi per chiunque desideri incontrare la bellezza della parola letteraria. E la risposta del pubblico, finora, è stata stupenda”.

 

A Pasqua vivrai un’esperienza particolare in Irlanda: di cosa si tratta e da cosa nasce il tuo grande amore per questa terra? 

 

“Non saprei, il mio legame con l’Irlanda è qualcosa di forte quanto misterioso nella sua origine. A Pasqua l’associazione “Viandante” propone un viaggio in Irlanda con una serie di lezioni-spettacolo tenute nei luoghi più belli e suggestivi dell’isola. Credo sia una grande iniziativa turistica e commerciale, inoltre sono felice di tornare nella mia seconda Terra in questa nuova veste”.

 

Nel 2015 sei diventato famoso per aver scritto alcuni compiti delle vacanze per gli studenti del tuo liceo davvero speciali. Che cosa significa per te insegnare?

 

Domanda difficile. Credo che insegnare sia una vocazione, bella quanto faticosa. Una vera e propria semina per un raccolto mai certo, ma preziosissimo”.

 

Chi sono i tuoi miti e i punti di riferimento? 

 

“Dipende dal settore. Nell’ambito dell’insegnamento la mia icona è John Keating, il Robin Williams de “L’attimo fuggente”. In teatro, il faro a cui guardo è lo shakespearino Kenneth Branagh. Poi, essendo anche un appassionatissimo sportivo amatoriale, mi piace citare Roger Federer, di cui sono tifoso, e sopratutto Roberto Baggio, il migliore calciatore di ogni tempo”.

 

E in filosofia?  

 

“Tra i viventi un filosofo che amo è l’inglese Roger Scruton. Ci sono anche molti filosofi italiani contemporanei che stimo, come Massimo Cacciari, tuttavia in generale ho una bassissima opinione della maggior parte degli accademici, i quali a mio avviso stanno affondando la cultura italiana. Tra i giovani, un punto di riferimento è per me Simone Regazzoni; con lui, la filosofa Lucrezia Ercoli e altri colleghi stiamo definendo una specie di filone, quello della Popfilosofia, che credo sia una delle proposte più interessanti negli ultimi anni nel nostro Paese”.

 

Hai avuto qualche maestro?  

 

“Fortunatamente sì. Il mio grande mentore è stato il poeta e insegnante Antonio Santori, da cui ho imparato tantissimo. Ma vorrei ringraziare anche Tamara Albertini, professoressa di filosofia rinascimentale con cui ho avuto la fortuna di collaborare per qualche tempo all’Università di Honolulu”.

 

 Progetti nel cassetto?

 

“Sto lavorando a un romanzo. È una storia d’amore disperato, tra l’Italia e l’Irlanda, in un doppio tempo tra Medioevo e i nostri giorni. Non voglio, però, dire di più”.

  

 

I 15 compiti delle vacanze divenuti celebri di Cesare Catà:

 

  1. Al mattino, qualche volta, andate a camminare sulla riva del mare in totale solitudine: guardate come vi si riflette il sole e, pensando alle cose che più amate nella vita, sentitevi felici.
  2. Cercate di usare tutti i nuovi termini imparati insieme quest’anno: più cose potete dire, più cose potete pensare; e più cose potete pensare, più siete liberi.
  3. Leggete, quanto più potete. Ma non perché dovete. Leggete perché l’estate vi ispira avventure e sogni, e leggendo vi sentite simili a rondini in volo. Leggete perché è la migliore forma di rivolta che avete (per consigli di lettura, chiedere a me).
  4. Evitate tutte le cose, le situazioni e le persone che vi rendono negativi o vuoti: cercate situazioni stimolanti e la compagnia di amici che vi arricchiscono, vi comprendono e vi apprezzano per quello che siete.
  5. Se vi sentite tristi o spaventati, non vi preoccupate: l’estate, come tutte le cose meravigliose, mette in subbuglio l’anima. Provate a scrivere un diario per raccontare il vostro stato (a settembre, se vi va, lo leggeremo insieme).
  6. Ballate. Senza vergogna. In pista sotto cassa, o in camera vostra. L’estate è una danza, ed è sciocco non farne parte.
  7. Almeno una volta, andate a vedere l’alba. Restate in silenzio e respirate. Chiudete gli occhi, grati.
  8. Fate molto sport.
  9. Se trovate una persona che vi incanta, diteglielo con tutta la sincerità e la grazia di cui siete capaci. Non importa se lui/lei capirà o meno. Se non lo farà, lui/lei non era il vostro destino; altrimenti, l’estate 2015 sarà la volta dorata sotto cui camminare insieme (se questa va male, tornate al punto 8).
  10. Riguardate gli appunti delle nostre lezioni: per ogni autore e ogni concetto fatevi domande e rapportatele a quello che vi succede.
  11. Siate allegri come il sole, indomabili come il mare.
  12. Non dite parolacce, e siate sempre educatissimi e gentili.
  13. Guardate film dai dialoghi struggenti (possibilmente in lingua inglese) per migliorare la vostra competenza linguistica e la vostra capacità di sognare. Non lasciate che il film finisca con i titoli di coda. Rivivetelo mentre vivete la vostra estate.
  14. Nella luce sfavillante o nelle notti calde, sognate come dovrà e potrà essere la vostra vita: nell’estate cercate la forza per non arrendervi mai, e fate di tutto per perseguire quel sogno.
  15. Fate i bravi.
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