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Libri & Editori
Divier Nelli: “In letteratura il buonismo non è la mia linea guida”

Uno scrittore di narrativa come lei si pone dei paletti etici o ha il solo fine di raccontare delle belle storie?

Paletti etici,cosa sono? Scherzi a parte, cerco solo di raccontare storie e coi miei personaggi sono spietato, politicamente scorretto, li maltratto, calpesto, faccio succedere loro le cose più tremende. In narrativa per me il buonismo non è la linea guida, tantomeno il finale catartico, o quello che ripristina l’equilibrio o un ordine a ogni costo. Proprio come nella vita reale, una situazione può mettersi male e talvolta finire anche peggio.

Leggendo il suo romanzo il rimando immediato a Stephen King, pur non essendoci risvolti horror, quali altri riferimenti si dà come scrittore?

Grazie infinite per il rimando a King, sono onorato e arrossito. Credo che ogni scrittore sia anche il risultato di tutte le letture fatte. Quelle belle ti restano dentro e influenzano in qualche modo. Quelle brutte non lasciano niente ma sono lo stesso utili per capire cosa non fare in narrativa. Oltre al citato Re, i miei riferimenti sono Georges Simenon, Elmore Leonard, Erskine Caldwell, Anthony Burges, Peter Blatty, Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Ignazio Silone, Igino Ugo Tarchetti,Mario Tobino… Potrei andare avanti parecchio.

Se dovesse delineare l’identikit dei lettori ideali per questo suo nuovo romanzo?

Non mi chiedo mai quali siano i destinatari delle mie storie. Penso che in questo caso i lettori ideali potrebbero essere gli adolescenti, considerato il fatto che la protagonista e gli altri personaggi sono loro coetanei. Ma anche i loro genitori o chi è interessato a dinamiche tipiche di quella età.

Leggendo la sua bibliografia ci si chiede perché non scriva più romanzi… pigrizia, difficoltà o scelta mirata?

Nessuna delle tre. Scrivo quando penso di avere qualcosa di interessante da raccontare e lavoro anche due tre anni alla stesura e ristesura della stessa storia. Poi ci sono i tempi editoriali, cui non si può sfuggire.

Con quale stato d’animo affronta questa nuova uscita editoriale in piena pandemia?

Be’, è un momento difficile per tutti, certamente non sono sereno ma cerco di guardare e andare avanti.

È orgoglioso di associare il suo nome alla Vallecchi?

Chi non lo sarebbe? Vallecchi occupa un posto fondamentale nella storia dell’editoria italiana. Ha pubblicato autori come Malaparte, Prezzolini, Martinetti, Soffici, Palazzeschi, Bargellini, Campana, Papini, Paolieri, Ungaretti, Gide, Stendhal, Dickens, Burroughs e molti altri.

Sta lavorando a un nuovo romanzo?

Sì. E al solito si tratta di una vicenda che nulla ha a che fare con le precedenti che ho scritto.

POSSO CAMBIARTI
 

 

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