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La verità sulle dimissioni di Nicoletti.Risolto il mistero della Rai. Il libro

Bene, uno potrebbe immaginare valanghe di proteste e di lettere alla Rai. Niente di tutto questo. Evidentemente Golem non era più ascoltato, forse anche per i suoi contenuti sgradevoli e scabrosi. Un esperto sceneggiatore al quale avevamo fatto esaminare le mail e i post sul forum, sostenne inoltre che parevano scritti da una sola persona…che rispondeva pienamente alle caratteristiche di scrittura e di pensiero di Nicoletti.

Se il pubblico della radio non si era accorto di nulla, i giornalisti che abitualmente si occupavano della Rai avevano cominciato a cercarmi con insistenza per saperne di più, subodorando qualcosa di strano, vista la chiusura di Golem e del relativo sito senza alcun comunicato. Li conoscevo bene uno per uno, di alcuni ero anche diventato amico: perciò potei permettermi di raccontare in grande confidenza che eravamo in presenza di una personalità evidentemente disturbata, ma anche di una figura storica di Rai Radio 1, con moglie e figli piccoli che non meritavano di essere coinvolti in uno scandalo del genere. Capirono. Così il loro decano, Alberto Guarnieri, fece uscire sul Messaggero uno di quei classici articoli che accennava a vaghi dissapori restando sul generico, di fatto “bruciando” l’argomento Nicoletti che non fu più ripreso da nessuno.

Perché ho voluto raccontare tutto questo?

Perché un bel po’ di tempo dopo (intanto Nicoletti era diventato collaboratore della Stampa e spesso andava ospite a destra e a manca come massmediologo), una sera me lo trovo a La7 mentre spiega (cito a memoria) che c’era stata una sorta di complotto dei vertici Rai per spingerlo a dimettersi, del tutto ingiustamente. Forse ero stanco o nervoso, ma quelle dichiarazioni mi parvero davvero offensive per il management di Rai e RaiNet, considerato come ci eravamo comportati pur a fronte di quello che aveva combinato. Così acchiappai il telefono e dettai a un’agenzia una dichiarazione in cui dicevo che sarebbe stato meglio che il “Nicoletti non parlasse mai più di Rai, visto il modo in cui l’aveva lasciata”. Non se la filò nessuno se non Aldo Grasso, che uscì con un articolone su Sette, sostenendo che la faccenda andava assolutamente chiarita. Fu così che poco dopo Nicoletti mi querelò per diffamazione in quanto un periodico di un Gruppo importante come il Corriere della Sera ne aveva fatto un caso, mettendo in dubbio la sua reputazione.

Come di consueto, il primo grado di giudizio prese circa due anni. Nel frattempo, ospite nel libro di Loris Mazzetti (Il libro nero della Rai, Rizzoli 2007), in un capitolo intitolato “Gianluca Nicoletti, un professionista regalato alla concorrenza”, il nostro ribadì la favola di un complotto ordito ai suoi danni dai vertici Rai di allora (non si capisce proprio chi avrebbe avuto interesse a ordirlo, e perché), dando una versione dei fatti del tutto inventata, accuratamente piena di omissis assai rilevanti, dato che le cose erano andate esattamente come le ho appena raccontate. Del resto il nostro è oggettivamente un grande affabulatore, e la fantasia non gli manca.

Dato il mio carattere avrei voluto ribattere, ma il mio avvocato me lo sconsigliò per non creare elementi di disturbo, “tanto la causa era già vinta”, vista la scottante documentazione che avevamo prodotto. Ma non fu così. Nel frattempo il giudice, una donna che mi fu riferito fosse rimasta molto colpita dalla documentazione esibita, era stata sostituita, e il nuovo giudice a un certo punto accettò parzialmente le richieste di Nicoletti (danni per 500.000 euro) condannandomi a pagare “solo” il 10% della somma richiesta (che per una causa di diffamazione è una cifra comunque abnorme), vietando però che si desse pubblicità alla decisione.

Grandi furono per me sconcerto e sconforto. Fu subito interposto appello che prese altri anni ancora, mentre nel frattempo Nicoletti imperversava ovunque, anche con una sua trasmissione su Radio24 (Melog, palindrome di Golem), ospitate e collaborazioni varie. Indubbiamente la silenziosa uscita dalla Rai gli aveva fruttato molto dal punto di vista professionale, certo perché era riuscito a dipingersi come una vittima, ossia il criceto “chiagni e fotti”.

Dato che il lupo perde il pelo ma non il vizio, in un recente libro dedicato al problema di suo figlio autistico, (Io, figlio di mio figlio, Mondadori, 2018 ) Nicoletti è tornato nuovamente a raccontare la storia tutta inventata di un complotto ordito ai suoi danni dai vertici di Rai e di RaiNet, nonostante i risultati da lui raggiunti. Questa poi è proprio bella, dato lo stato in cui avevo trovato la società! Da non credere.

Ma nel nuovo libro si è però lasciato scappare una grande verità, lamentando che dopo le dimissioni la sua vice-direttrice e tutti i suoi collaboratori non gli avessero più rivolto la parola. Ammesso e non concesso che ci fosse stato sul serio un complotto di vertice, è mai possibile che tutti i sessanta dirigenti, quadri, dipendenti e collaboratori esterni ne facessero parte? La verità è che tutti tirarono un gran sospiro di sollievo nel vedersi liberati da un genialoide che era stato un pessimo direttore. Per non parlare dell’imbarazzo per i contenuti di Golem

Si può quindi immaginare il mio stupore quando una bella mattina di marzo 2017 il mio avvocato, un luminare del foro, mi fece una telefonata con voce soddisfatta: “Abbiamo vinto l’appello, ribaltando la sentenza di primo grado.”. Era stato ribadito il mio diritto a contestare la falsa narrazione delle sue dimissioni, perché gettava una cattiva luce su di me e sugli alti dirigenti della Rai di allora, ed era stata ritenuta immotivata la sua richiesta di danni. E non minore fu la mia soddisfazione nello scoprire poi che tra spese legali e spese giudiziarie, Nicoletti era stato condannato a pagare una somma molto vicina a quella che avrei dovuto pagare io in seguito alla condanna di primo grado.

Ho masticato amaro e in silenzio per molti anni durante i quali girava solo la sua versione creata ad arte, ma ora è arrivato il momento di ristabilire un po’ di verità. E di raccontare la storia di un criceto egocentrico che, approfittando della notevole intelligenza di cui il Creatore lo ha dotato, ha ingannato molti, me compreso, finché non ho avuto modo di conoscerlo davvero.

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https://www.affaritaliani.it/libri-editori/gender-progresso-politically-correct-il-rischio-di-un-mondo-di-ominidi-680209.html

 

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