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LA VITA IN MEGLIO. DUE STORIE, DI ANNA GAVALDA, FRASSINELLI 2015
Recensione di Alessandra Peluso
Un’età difficile, un’epoca critica, questa nella quale viviamo, eppure Anna Gavalda, autrice del romanzo “La vita in meglio. Due storie”, capta il pensiero di Einstein: il “caos”, la “crisi” come utile e necessaria per cambiare in meglio, e lo narra nel suo personalissimo modo.
Si tratta di vite raccontate in modo singolare e accattivante da Anna Gavalda. Semplice e complessa come è l’esistenza che si dipana attraverso i due protagonisti Mathilde, di 24 anni e Yann, di 26 anni. Due storie che potrebbero essere come tante, è forse anche per questo appassionano, e incoraggiano, in sostanza, a credere in una vita nella quale tutto è sempre possibile.
Anna Gavalda è molto amata e seguita in Francia, autrice di romanzi di successo, senza dubbio lo sarà anche con questo suo nuovo romanzo “La vita in meglio. Due storie”. I motivi secondo i quali possa piacere questo libro sono tanti: i giovani personaggi ad esempio, nei quali molti si identificheranno, la precarietà della società odierna ormai “status simbol” non solo dei ventenni ma di un’intera popolazione che non sa dove andare e quali obiettivi raggiungere.
Senza punti di riferimento, si muovono per l’appunto Mathilde e Yann, insoddisfatti di se stessi, incapaci di cambiar rotta, immersi nella solitudine marginale e in un totale abbandono di sé. La drammaticità è però raccontata da Gavalda naturalmente, come un evento vitale, e pertanto, non disturba; ma, anzi invoglia alla riflessione e all’attesa. Una migliore vita è infatti possibile e ad un tratto, cambia, e regala opportunità sorprendenti.
Un uomo e una donna a confronto, due storie alle quali l’autrice affida un volto, un significato, in una metropoli anomica, nella quale le relazioni sono anonime, tutto è indifferente e indifferenziato e come direbbe Simmel dominato dall’intelletto e dal denaro. Ecco allora che queste narrazioni rompono il muro dell’indifferenza rendendosi pubbliche e manifestando un senso, non semplicemente un valore simbolico, ma esistenziale. Significativo è il potere che assume, grazie alla modalità descrittiva, amabile di Anna Gavalda, la vita: ognuno di noi ha il bisogno di sapere che esiste un elemento sorprendente che da un momento all’altro interseca la nostra esistenza e la cambia in meglio. E così anche quando la disperazione, l’angoscia kierkegaardiana è in agguato, la vita ci sorprende e illumina la notte.
Credere è vitale. E il libro “La vita in meglio. Due storie” lo dimostra.