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Obama da Fazio: "Michelle? Dice che ci ho messo troppo a scrivere il libro"

Un appuntamento atteso da giorni, che come previsto ha acceso i social: l’ex presidente degli Stati Uniti è stato ospite di Fabio Fazio su Rai 3 per parlare del suo libro autobiografia, ma ha svelato anche molti retroscena della sua vita privata e dei suoi anni alla Casa Bianca.

Obama era ieri sera, domenica 7 gennaio, in collegamento video con Che tempo che fa: ha esordito salutando con un "ciao", in italiano. “Grazie, mi fa molto piacere essere qui. Mi piacerebbe esserci di persona, ma dovremmo aspettare finché la pandemia passerà”.

Il tema dell'intervista era la sua autobiografia Una terra promessa, tradotta in 26 lingue ed edita in Italia da Garzanti, in cui Barack Obama ripercorre la sua vita, da giovane studente in cerca di un posto nel mondo a leader degli Stati Uniti, parlando della propria educazione politica e dei momenti più significativi della sua storica presidenza.

Ma Obama si è lasciato andare anche ad alcuni ricordi della sua giovinezza. "Il mio sogno da bambino era quello di fare l'architetto. Ero interessato anche al basket, anche se non ero Lebron James. Non sognavo certo di fare il presidente".

Riguardo al suo ruolo di (ex) capo di stato, si è soffermato con affetto ricordando le prime settimane: “È stato stranissimo, però il personale è fatto da esseri meravigliosi che ti aiutano. La maggior parte era afroamericano e latinoamericano, ed era molto orgoglioso del fatto che qualcuno che abitava alla Casa Bianca assomigliasse ai loro figli o alle loro figlie o che Malia e Sasha assomigliassero alle loro nipoti. Ci hanno trattati meravigliosamente bene".

Obama ha poi raccontato anche dettagli curiosi e meno noti, come il fatto che “il presidente degli Stati Uniti si paga la spesa e, se vuole cambiare i mobili alla Casa Bianca, deve tirare fuori i suoi dollari. Naturalmente è un grandissimo privilegio quello di essere presidente, tuttavia, talvolta, si ha una impressione 'falsa' perché si pensa che il presidente viva gratuitamente, semplicemente perché è eletto presidente. Noi dovevamo fare la spesa, certo non andavo io al supermercato, ma ce la pagavamo noi. Avevamo un budget entro il quale dovevamo stare. La Casa è bellissima e lo staff mi portava in giro, quindi non andavo a far benzina, non facevo questo genere di cose", specifica.

"In alcuni paesi europei il presidente del consiglio può, per esempio, vivere a casa propria. Qui devi traslocare dentro questo ambiente davvero strano, perché, come spiego nel mio libro, è come un albergo a cinque stelle dal quale non riesci ad andartene via. Hai dei privilegi incredibili, tutta una serie di cose a disposizione. D’altro canto c’è però la sensazione di isolamento, in un certo senso di prigionia, ed è una cosa alla quale non mi sono mai abituato. Avevo dei sogni ricorrenti in cui mi vedevo camminare in una strada normale, sedermi a bere un bell’espresso in un caffè, oppure andare a fare una passeggiata al parco, e nessuno mi riconosceva. Per me era una grandissima liberazione. Il fatto che ho avuto questo sogno ricorrente è un’indicazione che questo non è un modo naturale di vivere, però naturalmente è stato un piccolo sacrificio rispetto a ciò che abbiamo fatto", racconta Obama, che alla Casa Bianca ha passato 8 anni.

"All’isolamento non ti abitui. Al secondo piano della Casa Bianca avevamo la nostra residenza, alle 18.30 cenavamo e dopo andavo ad accompagnare a letto le mie figlie. La cosa più importante è che Michelle ha voluto cambiare l’arredamento delle camere delle bambine perché non voleva che avessero la sensazione di dormire in un museo, voleva che potessero appendere i poster delle loro popstar e degli attori preferiti, che si sentissero “normali”. Man mano che sono cresciute, invece che invitare i loro amici alla Casa Bianca, volevano andare loro a casa degli amici, perché almeno avevano la sensazione di stare in una casa normale senza essere nel mirino dei servizi segreti che stavano sempre con loro", spiega.

E proprio su Michelle, sua moglie e compagna di vita da quando erano giovani studenti, si sofferma in particolare, descrivendola come una persona "molto critica, molto dura e uno dei motivi per cui l'ho sposata è perché mi spinge sempre a fare del mio meglio. Però alla fine il mio libro le è piaciuto. Mi ha detto: ‘Sì, hai fatto una bella cosa. Però ci hai messo davvero tanto’”. E aggiunge: “Tutti conoscono Michelle e sanno benissimo che è superiore a me. Il fatto che mi sopporti è anche una delle grandi meraviglie che descrivo nel mio libro”.

Libro a proposito del quale sottolinea: “Una cosa che volevo fare, particolarmente per i giovani lettori, era dare loro il senso che sia possibile occuparsi di politica, mantenendo sempre però la propria integrità e i propri valori nel cercare di fare del bene agli altri. Spero che particolarmente i giovani possano essere interessati a questa carriera e comunque a fare qualcosa nel mondo, e che possa servire da guida per il loro impegno”, aggiunge Obama.

E riguardo all’informazione, dice: “È un tema del mio libro. È anche un tema della mia vita devo dire: cerco costantemente di capire io stesso come riusciamo a gestire tutto questo. Viviamo in un’era in cui siamo davvero annegati dalle informazioni”.

“Non abbiamo mai avuto così tante informazioni sulla punta delle dita e non abbiamo mai visto come oggi contestare la realtà così tanto. Ci sono alcuni che erroneamente informano in un modo che è davvero distruttivo per la nostra democrazia. Non sono semplicemente i social media, anche se hanno accelerato questa tendenza” dice ancora Obama.

Obama da Fazio, gli ascolti tv e il dibattito su Twitter

L'intervista a Barack Obama, con la presentazione del suo ultimo libro Una terra promessa, ha tirato gli ascolti di Che tempo che fa, registrando 3 milioni 543mila spettatori con share del 13,2%, ma è anche diventata forte argomento di discussione su Twitter. Si è parlato delle domande rivolte all'ex presidente degli Stati ma rapidamente un argomento specifico ha monopolizzato il dibattito diventando l'oggetto di decine, se non centinaia, di tweet: la traduzione delle parole di Obama.

C'è chi si lamenta per la voce dell'interprete che sovrasta quella del prestigioso ospite, c'è chi avrebbe voluto ascoltare Obama senza la versione in italiano e chi avrebbe preferito i sottotitoli, senza considerare l'impossibilità di adottare una simile soluzione per un'intervista in diretta. Ma c'è anche chi si lamenta del tono di voce dell'interprete e, in sostanza, avrebbe gradito un doppiatore. 

Obama, Una terra promessa, il libro

Un appassionante e personalissimo racconto in presa diretta del presidente che ci ha ispirato a credere nel potere della democrazia.

obama
 

In questo libro, Barack Obama racconta in prima persona la storia della propria incredibile odissea, da giovane alla ricerca di un’identità a leader del mondo libero, e descrive con sorprendente ricchezza di particolari la propria educazione politica e i momenti decisivi del primo mandato della sua storica presidenza, un periodo di profonde trasformazioni e sconvolgimenti.

Obama accompagna i lettori attraverso un appassionante viaggio, dalle prime aspirazioni politiche fino alla decisiva vittoria nel caucus dell’Iowa – che ha dimostrato la forza dell’attivismo civile di base – e alla memorabile notte del 4 novembre 2008, quando è stato eletto 44° presidente degli Stati Uniti, diventando il primo afroamericano a ricoprire la più alta carica della nazione.

Riflettendo sulla presidenza, Obama propone una profonda e inedita esplorazione delle straordinarie possibilità ma anche dei limiti del potere, e apre per la prima volta nuovi scorci sulle dinamiche del conflitto politico americano e della diplomazia internazionale. Obama conduce i lettori fin dentro lo Studio Ovale, la Situation Room della Casa Bianca, e poi Mosca, Il Cairo, Pechino, e oltre. I lettori scopriranno ciò che Obama pensava mentre nominava i suoi ministri, affrontava la crisi finanziaria globale, si confrontava con Vladimir Putin, superava difficoltà all’apparenza insormontabili per ottenere l’approvazione della sua riforma sanitaria, si scontrava con i generali sulla strategia militare degli Stati Uniti in Afghanistan, intraprendeva la riforma di Wall Street, rispondeva al disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, e autorizzava l’operazione Neptune’s Spear, che ha portato alla morte di Osama bin Laden.

Una terra promessa è un libro intimo e introspettivo, il racconto della scommessa di un uomo con la Storia, della fede di un coordinatore di comunità messa alla prova della ribalta mondiale. Obama si esprime con onestà sulla difficoltà di far convivere il suo ruolo di candidato nero alla presidenza, il peso delle aspettative di un’intera generazione mobilitata da messaggi di «speranza e cambiamento», e la necessità di essere moralmente all’altezza delle decisioni determinanti da prendere.

Descrive apertamente le forze che si sono opposte a lui negli Stati Uniti e nel mondo; spiega come la vita alla Casa Bianca abbia condizionato la moglie e le figlie; e non esita a rivelare dubbi e delusioni. Eppure ribadisce la sua convinzione che, all’interno del grande e ininterrotto esperimento americano, il progresso è sempre possibile.

Con grande forza ed eleganza di stile, questo libro sottolinea la forte convinzione di Barack Obama che la democrazia non è un dono ricevuto dall’alto, ma si fonda sull’empatia e sulla comprensione reciproca, ed è un bene da costruire insieme, giorno dopo giorno.

Traduttori: Giuseppe Maugeri, Maria Grazia Galli, Paolo Lucca

Editore: Garzanti 

Collana: Saggi 

Anno edizione: 2020

In commercio dal: 17 novembre 2020

Pagine: 848

EAN: 9788811149873

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