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Madrazo (Bayer Crop Science): "Innoviamo l'agricoltura, anche con il dialogo"
Jesus Madrazo, nuovo Responsabile del Settore Agricultural Affairs and Sustainability di Bayer Crop Science

di Lorenzo Zacchetti

 

affaritaliani.it ha partecipato a “Future of Farming Dialogue 2018”, l’evento organizzato da Bayer presso la sua sede di Monheim, in Germania, per discutere del futuro dell'agricoltura con stakeholder, studiosi ed esperti internazionali.

 

Per leggere il report sull'intervento di Liam Condon, membro del Board di Bayer AG e Presidente di Bayer Crop Science, CLICCA QUI

Per leggere le dichiarazioni di Bob Reitner sui progetti di Bayer per l'innovazione, CLICCA QUI


Durante “Future of Farming Dialogue 2018” abbiamo incontrato Jesus Madrazo, nuovo Responsabile del Settore Agricultural Affairs and Sustainability di Bayer Crop Science. Il manager messicano era vicepresidente di Monsanto e, a seguito dell'acquisizione completata lo scorso agosto, è entrato a far parte dell'organigramma del colosso di Leverkusen.


Con lui abbiamo discusso dei progetti per l'Europa e per l'Italia, cominciando dalla recente sentenza della Corte di Giustizia dell'UE sul Genome Editing: “Ne siamo rimasti anche noi molto sorpresi”, ha ammesso Madrazo. “Non c’era mai stato in precedenza un momento altrettanto ricco di innovazioni per il settore dell’agricoltura. Dall’intelligenza artificiale alle nuove tecniche di allevamento, dai nuovi modi di proteggere i raccolti alla tecnologia digitale: tutto questo sta convergendo nel fare dell’agricoltura una delle industrie maggiormente innovative nel mondo, nonché una delle industrie più precise, in quanto ora gli agricoltori possono prendere decisioni sempre più precise grazie a questi strumenti, se viene consentito loro di usarli in maniera sistemica".

"Siamo anche noi preoccupati dalla piega politica che sta prendendo l’Europa su questi temi e intendiamo far parte di un confronto più ampio. Il dialogo è necessario per colmare la separazione tra l’agricoltura moderna e l’opinione pubblica, la percezione dei consumatori. Perché ciò di cui parliamo è meramente percezione: la realtà è che molte persone delle ultime generazioni non sono cresciute in ambiente agricolo. Sentono parlare molto di cibo, hanno un’opinione in merito, ma c’è tantissima disinformazione e poca conoscenza su come oggi si debba fare l'agricoltura, su quanto sia sostenibile, su quanto impatti la vita sociale”.

Madrazo ha insistito molto sulla nascita di un dialogo aperto, che contribuisca a fare cultura su questi temi: “Abbiamo un’opportunità per elevare il livello della discussione. La cosa non riguarda solo noi di Bayer, che comunque ci teniamo molto, ma anche voi giornalisti, che avete una responsabilità. Noi intendiamo portare questa discussione nei posti dove nel passato non si è svolta, dove i consumatori traggono le loro informazioni, dove c’è molta apprensione, al centro delle critiche e impegnarci al massimo in questo dibattito”.


“Credo che sia davvero una grande opportunità e so che ascolteremo e impareremo molto. C’è la possibilità di imparare e di fare le cose diversamente, ma non c’è alternativa all’impegno in questo dialogo. Credo che sia questo il punto di partenza per colmare questa percezione dell’agricoltura e sono convinto che, se come azienda leader sapremo farlo (e lo faremo!), ci saranno anche voci inattese che si uniranno alla discussione. Ci sono soggetti che hanno voglia di partecipare, ma hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a farlo. Lo abbiamo già visto in altre parti del mondo e siamo stati colpiti da come la discussione sull’agricoltura rapidamente si sia espansa ed amplificata. Ritengo che questo possa accadere anche qui in Europa... almeno, noi ci proveremo”.


“Far vedere l’impatto delle innovazioni tecnologiche può contribuire a creare sostegno e fare cultura sulla materia.  Inoltre penso, sinceramente, che la cosa vada al di là della scienza e dell’oggettività. Si tratta dell’essere parte di un processo di confronto, della condivisione del nostro punto di vista e della costruzione di un rapporto di fiducia. Ho fatto parte di Monsanto negli ultimi due decenni e sono il primo ad ammettere che avremmo potuto lavorare molto meglio su questo aspetto: non bisognava limitarsi a parlare agli agricoltori e alla comunità scientifica, ma anche ai consumatori. C’è totalmente mancata questa parte di informazione. Eravamo così focalizzati sull’agricoltura, sui nostri clienti e sull’innovazione che abbiamo trascurato il fatto che anche i consumatori hanno una loro opinione! Se aggiungi a questo l’esplosione dei social media e l’accesso sempre più democratico alle informazioni che c’è oggi, comprendi come la discussione abbia improvvisamente preso  una piega differente, dalla quale eravamo tagliati fuori. Credo sia stato un errore e ora tutta l’industria sta cercando di porvi rimedio, perché il problema non riguardava solo Monsanto, ma tutti quanti. Ci siamo confrontati tra aziende e con gli agricoltori e ci siamo detti: 'Abbiamo trascurato i consumatori'. L’agricoltura oggi richiede un approccio differente”.


Rispetto al fatto che il brand Monsanto sia destinato a sparire, Madrazo ha ammesso: “Ci sono voluti circa due anni per finalizzare questa acquisizione, quindi ho avuto tempo di rifletterci sopra, perché era scontato che il brand Monsanto a un certo punto sarebbe scomparso. Se la rimozione del fattore-Monsanto contribuirà a far progredire il settore agricolo, allora è un prezzo giusto da pagare. Se rimuovere questo elemento permette di intraprendere conversazioni più costruttive, di intraprendere un cammino finalizzato a costruire fiducia, allora è giusto mettere da parte i sentimenti personali e seguire questa strada. Più del brand Monsanto, è importante quello che facciamo per far crescere il settore”.


Nello specifico dei progetti relativi all'Italia, Madrazo ha ricordato i suoi intensi contatti con gli agricoltori del nostro Paese: “Nel corso della mia esperienza con Monsanto ho visitato molti clienti in Italia e spesso mi hanno posto questioni relative alle diverse tipologie di colture, molto frammentate, chiedendomi come potessimo sostenerli. Credo che un aspetto positivo di questa unione tra Bayer e Monsanto sia insito nel fatto che possiamo unificare l’approccio tra le tipologie di colture e la protezione del raccolto, senza dover scegliere un solo ambito. Non dico che riusciremo a fare tutto, a sono convinto che le competenze delle due aziende, messe insieme, ci consentiranno di essere maggiormente efficienti nel proporre agli agricoltori nuove soluzioni, in Italia come in altre parti del mondo”.


“Abbiamo lo stesso commitment sia nei confronti delle piccole-medie aziende agricole, sia nei confronti di chi pratica agricoltura biologica. Perché anch’essi svolgono un ruolo molto importante nella società e noi abbiamo la responsabilità di aiutarli ad avere successo attraverso l’innovazione Quindi non importa il tipo di agricoltura: quello che vogliamo è generare un confronto più trasparente. Che tu sia un agricoltore biologico o tradizionale, o anche biotech, non ha importanza: sono solamente diversi metodi di produzione, che permettono agli agricoltori di fare cose diverse, di produrre con maggiore efficacia ciò che preferiscono. Il risultato non presenta alcuna differenza in termini di valori nutrizionali, sicurezza e nemmeno delle qualità preferite dai consumatori”.


Rispetto alle questioni regolatorie legate all'Europa, Madrazo ha parlato anche dell'Italia e del suo nuovo corso politico: “Ci assumiamo le nostre responsabilità, che consistono nell'elevare il livello del dibattito, così che il sistema si basi maggiormente sugli aspetti scientifici e meno su quelli politici. Quello che bisogna chiedersi è come queste decisioni impattino sull’economia degli agricoltori, sull’ambiente e sulle comunità sociali nelle quali si pratica l’agricoltura. Se la risposta a queste domande è che l’innovazione ha un effetto positivo, se non ci sono ragioni ostative dal punto di vista scientifico ed anche da quello sociale, non c’è motivo per cui tale innovazione non possa essere immessa sul mercato. Noi ci occupiamo di agricoltura, di scienza, di innovazione ed anche di politica ambientale. L’auspicio è che qualunque governo ci sia, qualunque partito o coalizione governi in futuro l’Italia - e qualunque altro Paese - l’agricoltura, l’innovazione e la scienza rappresentino delle priorità, a prescindere dal colore del governo in carica”. 


“Se davvero si vuol far crescere l’agricoltura, bisogna fare le scelte giuste e non creare uno svantaggio ai propri agricoltori, nei confronti di quelli di altri Paesi, che sul fronte dell’innovazione stanno facendo dei passi da gigante. L’ultima cosa che vogliamo è che un qualunque Paese, in questo caso d’Europa diventi un “museo dell’agricoltura” perché non ha accettato di evolvere, al contrario del mondo circostante. Ma questa evoluzione deve avere luogo nel rispetto dei valori di ogni singolo Paese e della sua cultura, che non deve entrare in contrasto con l’innovazione in agricoltura. Abbiamo l’opportunità di considerare questi elementi non come aspetti contrastanti, ma come aspetti sinergici e complementari tra loro”.


L'Italia rappresenta un mercato molto importante per Bayer, che festeggia quest'anno 120 di presenza nel nostro Paese. Nel 2017 il fatturato è stato di 1,029 milioni di euro. Sono tre i siti produttivi sul territorio italiano, con impianti fra i più avanzati al mondo e oltre 2.000 collaboratori in organico. Bayer focalizza la propria attività nei settori delle Life Sciences, Salute e Agricoltura.


I progetti Crop Science in Italia sono:

Bayer Forward Farming: è una piattaforma di conoscenze che consente agli agricoltori di dimostrare come è possibile fare agricoltura in modo sostenibile. Attraverso la collaborazione con esperti di Bayer e altri partner specializzati, l’agricoltore utilizza al meglio i più avanzati strumenti per la difesa integrata e adotta proattivamente le più aggiornate pratiche per proteggere se stesso e l’ambiente che lo circonda in tutte le operazione agronomiche, raggiungendo così una sostenibilità a tutto tondo: economica, sociale ed ambientale. Gli agricoltori che aderiscono a Bayer ForwardFarming sono aperti a condividere le esperienze e i continui miglioramenti con altri operatori del settore e visitatori interessati, nello spirito di aumentare lo scambio di conoscenze tra addetti ai lavori e il dialogo con la filiera ed il pubblico.

In Italia, il progetto si è concretizzato nell'esperienza della Azienda Agricola Moranda, di proprietà della famiglia Capurso dal 1896. L'azienda occupa circa 17 ettari, di cui 15 dedicati alla coltivazione della vite, esclusivamente con vitigni autoctoni di Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e Croatina.

La famiglia Capurso produce nella zona allargata della DOC Valpolicella i vini Valpolicella, Valpolicella Superiore e il celebre Amarone, che deve il nome tipico al sapore ricco e corposo derivante dall'appassimento parziale delle uve usate nella produzione. I Capurso lavorano con passione e attenzione nella conduzione delle loro vigne, perchè un grande vino nasce esclusivamente da uve sane e di qualità, prodotte nel rispetto del territorio.

Nelle Bayer Forward Farms come l'Azienda Agricola Moranda, Bayer e gli agricoltori uniscono i propri sforzi per dimostrare concretamente che fare agricoltura sostenibile è possibile.


Bayer AgriCampus: aggruppa tutte le attività concrete volte a migliorare le pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci: azioni, incontri, strumenti, persone, esperienze e collaborazioni con l'obiettivo comune di rendere facilmente accessibili le tante competenze utili per usare consapevolmente i prodotti fitosanitari
 

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    Tags:
    jesus madrazo; bayer crop science; monsanto; future of farming dialogue


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