Editoria, truffa da 21 mln per Libero e Il Riformista: Angelucci a giudizio
Antonio Angelucci, re della sanità e parlamentare di Forza Italia con il pallino dell'editoria, è stato rinviato a giudizio per aver omesso di dichiarare la contemporanea proprietà di due giornali (Libero e Il Riformista) per ottenere contributi statali per 21 milioni di euro.
L'accusa è di truffa e falso. Ma Angelucci dovrà difendersi anche da quella di aver violato la legge sul contributo all’editoria, che impedisce allo stesso imprenditore di richiedere contributi pubblici per più di una testata come forma di tutela della concorrenza.
Il gup ha disposto il rinvio a giudizio anche di Arnaldo Rossi e Roberto Crespi, rappresentanti legali delle società proprietarie dei giornali. I contribuiti percepiti risalgono al biennio 2006–2007, anche se la situazione d’incompatibilità, con relativi danni patrimoniali subiti dalla Presidenza del Consiglio, si è protratta fino al giugno del 2013. Dalla ricostruzione dei pm Corrado Fasanelli e Francesco Dall’Olio emerge che Angelucci avrebbe tentato di far figurare il Riformista (chiuso nel 2012) come una proprietà ceduta in affitto a una cooperativa. A smascherare l’escamotage è stata la decisione nel 2010 dal Garante per l’Editoria di avviare approfondimenti per accertare i rapporti economici tra l’impresa «Editoriale Libero» ed «Edizioni Riformiste»: verifiche che, secondo i pm, chiariscono come Angelucci sia rimasto sempre il reale proprietario dei giornali.