iPocondriaci? Una app al giorno...Le startup si tuffano nella sanità
Una app al giorno...Per evitare il medico è già tempo di abbandonare la mela? Le startup che ci stanno provando sono migliaia. Per la precisione 33 mila su Google Play e 43 mila su iTunes. Eppure le applicazioni che sono riuscite a sfondare sono poche: le prime 5 app concentrano il 15% di tutti i download. E in due casi si tratta di contacalorie.
Per questo, nonostante i numeri suggeriscano un settore trafficato, gli spazi restano enormi. E l'obiettivo ambizioso: migliorare l'assistenza sanitaria alleggerendo le case dello Stato da alcuni oneri.
Una delle startup a buon punto si chiama iHealth: il loro prodotto è un monitor da polso che rileva automaticamente la pressione del sangue e, tramite un'app da installare sul proprio smarthpne, invia i risultati al medico di fiducia. Il paziente risparmia la fila in ambulatorio. E il medico lo tiene costantemente sotto controllo.
Tecnologia e salute: un mondo in espansione. Che si divide in due emisferi: da una parte i dispositivi che monitorano la forma fisica di chi li indossa. Nike, Fitbit e Jawbone producono braccialetti e altri gadget che registra calorie bruciate, battito cardiaco, distanza percorsa.
Dall'altra parte ci sono le applicazioni che si connettono al sistema sanitaro. Google sta lavorando a un sistema anti-diabete: una lente a contatto dotata di un rilevatore capace di misurare il livello di glucosio contenuto nelle lacrime. Apple ha depositato un brevetto che consente di installare nei propri prodotti un sensore che misura il battito cardiaco.
I mercati dove dispositivi come questi sarebbero più utili sono due mondi in apparenza lontani: i Paesi emergenti (per semplificare e ampliare i controlli) e gli Stati Uniti (dove l'assistenza sanitaria è costosa e non universale). Ma anche il vecchio welfare europeo riceverebbe indubbi vantaggi. I fondi d'investimento Usa fiutano l'affare: dei 2,2 miliardi di dollari investiti nelle startup americane, 564 milioni hanno puntato su prodotti che sposano tecnologia e sanità.
Controindicazioni? Forse solo una: controllare i propri parametri potrebbe moltiplicare i casi di malattie immaginarie. Opocondriaci da tecnologia? C'è già chi li chiama iPocondriaci.