Dal blackout in Spagna impariamo a ridurre la dipendenza dall'elettricità; ecco come e perché - Affaritaliani.it

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Dal blackout in Spagna impariamo a ridurre la dipendenza dall'elettricità; ecco come e perché

La giornata di buio vissuta in Spagna porta a riflettere sulla vita ormai dipendente dalla corrente. Ma si può fare senza, anzi, si deve

di Andrea Soglio

Vivere meno legati alla corrente elettrica si può e si deve: ecco come

La giornata del blackout totale vissuta da Spagna e Portogallo sta portando molti in queste ore a riflettere su quanto la nostra vita sia strettamente dipendente più che dalla tecnologia proprio dalla corrente elettrica senza la quale di fatto, come si è visto, tutto si ferma. Riflessioni per una vita leggermente differente, di sicuro non meno interessante e forse anche un poco necessaria per noi stessi come ci spiega Antonino Caffo, giornalista esperto di tecnologia

"Vivere completamente senza elettricità nel contesto del mondo contemporaneo rappresenta una sfida notevole, e intraprenderla richiederebbe una trasformazione radicale delle abitudini quotidiane e una preparazione meticolosa. Sebbene la storia umana testimoni di civiltà fiorenti in assenza di questa forma di energia, e tuttora esistano comunità che operano in regime di autosufficienza energetica per scelta o necessità, per la maggior parte delle persone l'elettricità è un elemento talmente pervasivo da rendere difficile immaginare una vita senza di essa. Basti pensare all’uso del web, alle comunicazioni, all'accesso alle informazioni.

Tuttavia, i recenti fatti in Spagna, Portogallo e nel sud della Francia pongono in evidenza la seria possibilità di ridurre o eliminare del tutto l'impiego di elettricità. Un silenzio denso, non interrotto dal ronzio costante degli apparecchi elettronici, dalle notifiche che vibrano senza sosta, dal flusso ininterrotto di informazioni che ci inonda quotidianamente. L'assenza dell'elettricità, in un mondo così profondamente plasmato dalla sua presenza, ci catapulterebbe in una realtà radicalmente diversa, in cui il tempo stesso sembrerebbe scorrere con una lentezza quasi dimenticata. 
Senza la spina dorsale digitale che l'elettricità fornisce a internet e ai social media, le nostre interazioni subirebbero una metamorfosi profonda. Le chat virtuali, i feed infiniti di aggiornamenti, le vite filtrate e presentate attraverso uno schermo svanirebbero. Al loro posto, si farebbe strada la necessità di una comunicazione diretta, faccia a faccia. Le conversazioni si allungherebbero, arricchite dalla presenza fisica, dal linguaggio del corpo, dalle sfumature della voce che uno schermo inevitabilmente appiattisce. Le distanze, un tempo annullate da un clic, tornerebbero a farsi sentire, rendendo ogni incontro un evento più significativo, un'occasione per coltivare legami autentici e profondi.  Il ritmo frenetico imposto dalla costante connessione si dissolverebbe come nebbia al sole. 
Senza l'urgenza di rispondere immediatamente a un messaggio, di controllare l'ultimo post, di rimanere aggiornati su ogni minima novità, la nostra attenzione si sposterebbe verso il mondo tangibile che ci circonda. Riscopriremmo il piacere di una lettura lenta, assaporando ogni parola, immergendoci completamente nelle pagine di un libro illuminato dalla luce naturale o fioca di una candela. Il tempo dedicato ai lavori manuali, alla cura della casa, al giardinaggio, attività spesso relegate ai margini delle nostre giornate iperattive, acquisterebbe un nuovo valore, un nuovo significato.  
Le serate, liberate dal bagliore degli schermi, si trasformerebbero in momenti di condivisione più intima. Ci si ritroverebbe attorno a un tavolo, illuminato dal tremolio rassicurante di una lampada a olio, per raccontare storie, cantare canzoni, giocare a carte. Il cielo notturno, libero dall'inquinamento luminoso delle città, si rivelerebbe in tutta la sua maestosità, invitandoci a contemplare l'immensità dell'universo e a riscoprire il fascino antico dell'astronomia.  Questo ritorno a un ritmo più lento non significherebbe certo un'esistenza priva di sfide o di difficoltà. L'assenza di elettricità comporterebbe la necessità di ripensare molte delle nostre abitudini, di riscoprire antiche abilità, di adattarci a un mondo in cui molte comodità moderne non sarebbero più disponibili. Tuttavia, in questo "ritorno al passato" forzato, si potrebbe celare l'opportunità di riscoprire un contatto più autentico con noi stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda. Un'esistenza meno frenetica, meno virtuale e forse, proprio per questo, più profondamente umana".

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