Frequenze tv, l'asta è un flop. Prezzi in saldo: corre solo Cairo
C'è mancato poco che l'asta per le frequenze Tv nazionali in Dvb-t (il digitale terrestre) andasse deserta. Alla fine un'offerta è arrivata, quella di Urbano Cairo. Ma nelle casse dello Stato arriverà una frazione minima di quanto sperato. Il sogno di ottenere un miliardo si era ormai dissolto. Corrado Passera, il ministro dello Sviluppo Economico che cassò il beauty contest (gratuito), sperando di arrivare a 400 milioni, la stessa cifra che gli operatori di Tlc scucirono nel 2001 per le frequenze della rete 4G. E incece Cairo, unico soggetto in gara, potrebbe spuntarla sborsando la cifra fissata per la base d'asta, 30 milioni di euro.
D'altra parte, i criteri del bando avevano già ristretto il campo. La gara è stata avviata, su pressione dell'Ue, per ampliare l'offerta televisiva, stretta nel duopolio Rai-Mediaset. Tv Nazionale e Biscione erano quindi esclusi. Tagliata fuori anche Telecom Italia Media Broadcasting, già detentrice di tre o più multiplex.
A restingere il campo ci ha pensato un altro vincolo: il vincitore avrebbe dovuto garantre una copertura del 51% della popolazione italiana entro 5 anni. Un onere, soprattutto per un operatore di rete, che avrebbe dovuto sopportare la spesa per poi vendere a un editore. Un problema che non tocca Cairo, che il suo canale (La7) già ce l'ha. Vista la base d'asta e l'assenza di concorrenti, l'occasione si è rivelata ghiotta e ha convinto Cairo a presentare l'offerta (pare in extremis).
Ora il ministero valuterà i requisiti amministrativi della domanda, mentre Cairo avrà trenta giorni di tempo per presentare l'offerta economica per uno o più dei tre lotti di frequenze messi a gara.