Corporate
Meteo
Oroscopo
Giochi
Affari Italiani.it. Il primo quotidiano digitale, dal 1996Il direttore di Affari Angelo Maria Perrino su Radio Number One
Il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino è intervenuto in diretta su Radio Number One, che l'ha intervistato su temi di attualità e sul ruolo del giornalismo digitale (e non) in un'epoca di crisi non solo economica ma anche di valori.
Il direttore ha parlato del legame tra giornalismo e poteri forti: "Se ci ricordiamo da una parte lo guerra tra Berlusconi e De Benedetti per la Mondadori e l'assalto della P2 di Licio Gelli al Corriere della Sera è evidente che nella storia del nostro Paese i grandi gruppi finanziari e industriali hanno pensato di impadronirsi dei giornali per farne gli strumenti dei loro interessi lobbistici. Noi giornalisti abbiamo lavorato per aziende editoriali che in buona parte perseguivano l'obiettivo di fare lobbying e non libera informazione".
Da qui nasce l'esperienza di Affaritaliani.it, il primo quotidiano online che Angelo Maria Perrino ha fondato nel 1996. "Ho subito chiamato giovani universitari che non avevano precedenti esperienze", racconta il direttore. "Mi sono immediatamente reso conto che sarebbe stato più facile formare giovani neolaureati sul linguaggio del web costruendo dunque una scuola di giornalismo con la differenza che nelle scuole di giornalismo si paga la retta io invece ho pagato degli stipendi a questi giovani piuttosto che riciclare giornalisti già formati che difficilmente avrebbero accettato le logiche multimediali della Rete".
Il direttore di Affari ha lanciato anche un messaggio per uscire dalla crisi: "Noi siamo nati da una riflessione sulla crisi. Gli orientali ci insegnano che la crisi è l'occasione della rinascita. Io parlo di momenti di disruption, cioè di discontinuità e di scompiglio da cui possono nascere modelli nuovi. Come sta già accadendo, sembra che dal Vecchio Mondo ne nasca uno Nuovo. L'importante è capire bene i segni che la storia e la realtà si incaricano di darci, dobbiamo leggere meglio quello che ci accade intorno, essere meno autoreferenziali e non guardare solo al nostro ombelico".
