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MediaTech
Il tira e molla della Rai su Prix Italia a discapito dell’Italia

di Dom Serafini

Da quando é nato nel 1948, il Prix Italia, organizzato dalla Rai, é stato sempre una vetrina annuale sull’industria televisiva italiana. Anzi, é stato molto di piú: il primo al mondo come festival dei programmi televisivi delle stazioni inizialmente solamente pubbliche e poi anche private a livello internazionale.

Il Prix Italia ha attirato presidenti di grandi reti Tv, studi di Hollywood e giornalisti di tutto il mondo. L’intinerante Prix, assieme al Mifed di Milano (il primo mercato audiovisivo del mondo), portava i riflettori dell’industria audiovisiva mondiale in Italia, il primo a settembre, il secondo ad aprile e novembre. Senza trascurare il Festival del Cinema di Venezia, nato nel 1932, che rappresenta un altro primato italiano.

Oggi, con il nuovo management Rai, non sappiamo ancora se il Prix continuerá ad esistere o scomparirà dopo i suoi gloriosi (seppur accidentati) 68 anni. Dopotutto, il Mifed fu chiuso nel 2005 dopo 45 anni anche per colpa della politica di un governo di sinistra. Infatti, i vertici Rai non hanno ancora deciso se Prix Italia 2016 si terrá nel suo tradizionale periodo di settembre e non é stata nemmeno decisa la cittá che lo ospiterebbe.

Ció che é stato deciso é la sostituzione di Paolo Morawski come Segretario Generale con Vittorio Argento, entrambi ottimi giornalisti e dirigenti Rai. Da tener conto che, per ottenere un buon risultato quanto al numero di presenze, programmi in concorso e relatori delle conferenze, il calendario di un evento mediatico come il Prix dovrebbe essere annunciato almeno un anno prima e l’organizzazione dovrebbe iniaziare con nove mesi in anticipo. Non si puó pretendere di invitare alti dirigenti ed operatori radio-Tv con pochi mesi di preavviso in quanto le loro agende sono sempre piene di appuntamenti.

Quando era intinerante, il Prix era conteso dalle citta’ “bianche” (amministrazione Dc), ma con la scomparsa dello scudo crociato, le cittá ospitanti sono state anche “rosse” (come Bologna). Negli ultimi sette anni, ad ospitare il Prix era stata la Torino del sindaco Pd Piero Fassino che, sembra voglia continuare ad ospitare la manifestazione. Apparentemente ci sono altri elementi in ballo che stanno mettendo la direzione Rai in disaccordo, pertanto per interessi di parte si sta ancora una volta sacrificando quel poco che é rimasto dell’immagine dell’Italia.

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