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MediaTech
Italia capofila nella corsa allo spazio, Cugno: "Con Usa forte partnership"
Walter Cugno, Responsabile del settore
Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space

Scegliamo di andare sulla Luna in questo decennio, e di fare altre cose, non perché esse siano facili ma proprio perché sono difficili”: si tratta delle celeberrime parole del Presidente John F. Kennedy, pronunciate il 12 Settembre 1962 di fronte all’osannante folla riunitasi presso la Rice University di Houston. Lo scopo era quello di far capire e motivare le ragioni e l’importanza di una corsa allo Spazio che, in meno di sette anni, avrebbe portato il primo uomo sulla Luna. E oggi respiriamo un’altra volta il clima di quel periodo, il desiderio di una nuova frontiera: che torni sul nostro satellite – e torni, questa volta, per restarvi – spingendosi poi oltre, verso Marte, e dunque verso la pionieristica possibilità di colonizzare un altro pianeta.

Facendo muovere, certo, un ulteriore passo all’Umanità in termini di progresso scientifico e di avanzamento tecnologico; ma anche andando a collocare in un nuovo scenario (e, soprattutto, in una nuova prospettiva strategica) gli equilibri fra superpotenze. Le quali proprio fra le stelle, oggi come nel pieno della Guerra Fredda, trovano il loro principale “spazio” di lotta e di competizione. L’Italia si colloca su questo scacchiere con un vero e proprio alfiere, eccellenza industriale storica, fiore all’occhiello delle produzioni tecnologiche in ambito spaziale sia per quanto concerne l’Europa sia a livello globale: Thales Alenia Space. Affaritaliani.it ne parla con l’Ingegner Walter Cugno, Responsabile del settore Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space.

Ingegner Cugno, collochiamo prima di tutto l’Italia nel panorama globale dell’esplorazione spaziale. Che cosa ha rappresentato, storicamente, lo Spazio per il nostro Paese e che cosa rappresenta oggi?

Siamo un popolo di esploratori, in tutti i campi, e la nostra Storia lo dimostra. Per quanto concerne lo Spazio, il 15 Dicembre 1964 l’Italia è stata la quinta Nazione al mondo (dopo Unione Sovietica, Stati Uniti, Regno Unito e Canada) a progettare e portare in orbita un satellite artificiale. Erano gli anni del Progetto San Marco, ideato dal Generale Luigi Broglio (il padre della nostra Astronautica) come una straordinaria partnership bilaterale fra Italia e U.S.A., che si protrasse dal 1962 fino al 1980. E questo è un passaggio che voglio sottolineare: il ruolo dell’Italia nella corsa allo Spazio non ha comportato solo importanti risultati scientifici ma anche un consolidamento delle relazioni bilaterali e multilaterali fra Stati, soprattutto con gli U.S.A. Dimostrando una capacità negoziale quanto mai significativa oggi, quando nuove potenze stanno entrando nell’arena celeste. A parte la Russia, caratterizzata da una situazione economica e politica diversa rispetto a quella dell’U.R.S.S., ci sono la Cina e l’India; oltre al Giappone, che è però da tempo impegnato nei progetti che riguardano la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Anche il Brasile aveva iniziato ad affacciarsi all’esplorazione spaziale con un suo programma. L’Europa ovviamente è una protagonista assoluta, con Thales Alenia Space – Joint Venture fra Thales 67% e Leonardo 33% – azienda leader grazie ai suoi stabilimenti, in particolare quelli di Torino impegnati sin dagli anni ’70 nell’esplorazione robotica e umana dello Spazio nonchè nei progetti di ricerca scientifica (pensiamo per esempio allo SpaceLab o ai grandi programmi scientifici nazionali ed europei come Tethered, BeppoSax, Integral, Goce, Rosetta, BepiColombo ed Euclid, solo per menzionarne alcuni). Per dare un’indea, ben 65 dei 135 voli complessivi del programma Shuttle hanno visto la partecipazione attiva dell’Italia e di Thales Alenia Space: un dato di cui andiamo orgogliosi e che ci vede ancora oggi in prima fila, come brand contractor di comprovato valore per la costruzione della futura stazione spaziale in orbita cislunare (la Lunar Orbital Platform - Gateway, LOP-G) oltre che della stazione spaziale commerciale di Axiom. Forniremo altresì i sistemi termomeccanici del modulo di servizio europeo destinato a Orion, ovvero al veicolo di trasporto umano progettato dalla NASA per l’esplorazione dello Spazio profondo. 

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