Harvie-Watt (Havas Media): "Lusso e tecnologia dialoghino di più"

“Produttori di tecnologia e venditori di esclusività e lusso, le due parti sembrano avere poco in comune. Ma ora, che dopo 22 anni di lavoro nel mondo della moda e del lusso in maison come Armani, Versace e Gruppo Tod’s, mi ritrovo a guidare un’agenzia media e di comunicazione con un DNA d’innovazione, mi rendo conto che questi due mondi possono e devono imparare a conoscersi.” Così apre il suo speech all’ MF Fashion Summit Isabelle Harvie-Watt, Ceo & Country Manager di Havas Media Group in Italia.
IL FUTURO DELL'E-COMMERCE- “Ci sono due buoni motivi per farlo. Il primo è che i consumatori vivono la tecnologia ogni giorno. In Italia, il 73% di chi naviga utilizza internet come info-commerce e il 34% scrive recensioni di marche e prodotti. E non solo, internet partecipa prepotentemente alla stessa shopping experience, infatti il 33% utilizza lo smartphone per orientarsi tra i diversi prodotti all’interno del punto vendita e nel 35% dei casi l’e-commerce è già il canale preferito per l’acquisto d’abbigliamento. Il secondo buon motivo è che le aspettative emozionali e di experience dei consumatori possono essere soddisfatte dalla tecnologia. Fondamentale è l’abilità di costruire un set di punti di contatto capaci di raccogliere dati e trasformarli in informazioni che permettano di customizzare l’experience dei consumatori.”
INTEGRAZIONE TRA I DUE CANALI DI VENDITA - “Dobbiamo operare in un regime di Clicks and Mortar e non più di Bricks and Mortar, dove l’interazione e l’integrazione fra i due canali di vendita diventa un obiettivo fondamentale da perseguire grazie alla conoscenza del customer journey ed alla tecnologia.”
“Oggi rispetto al passato la tecnologia ci viene dunque in soccorso per conoscere meglio i nostri clienti ed i nostri prospects e per coinvolgerli di più, ben consapevoli che occorre fare anche le dovute differenze.”
DIALOGO TRA TECNOLOGIA E LUSSO - “Riassumendo” – conclude Harvie-Watt – “mi sono resa conto che la tecnologia e il lusso devono dialogare di più. Il trait d’union deve essere una visione consapevole ed una strategia che metta la tecnologia al reale servizio dell’esclusività, affidandosi ad un gruppo di esperti del lusso che sa quanto e quando schiacciare sull’acceleratore dell’innovazione.”