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Mercante in Fiera, rischio chiusura? Insegno esce allo scoperto: "Cattiverie"

Mercante in Fiera a rischio chiusura? Insegno: "Solo cattiverie contro di me"

Più volte su queste pagine abbiamo dato conto del crollo costante del “Mercante in Fiera”, il game show condotto da Pino Insegno su Rai 2. Il programma, dal suo debutto, non è infatti riuscito- nonostante ospiti di spicco- a schiodarsi dal quel 2% (fisso) di share. Insomma, un flop per la Rai che aveva puntato molto sul rilancio del format. Il futuro di Pino Insegno a Viale Mazzini è quindi minato? Il suo "Mercante" rischia la chiusura? Se lo domandano in molti. Però una cosa è certa:  il conduttore, in realtà, sembra ce la stia mettendo davvero tutta per risalire negli ascolti tv. Lo scrive oggi sul Corriere della Sera con un articolo a firma di Fabrizio Roncone.

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“Quelli che capiscono di televisione, te lo spiegano così: non solo è un format vecchiotto (la prima volta andò in onda nel 2006, su Italia 1), soprattutto è un game show. Tecnicamente: viaggia su binari precisi. Domanda, risposta, domanda. Il conduttore ha poco spazio per aggiungere qualcosa. Dovrebbe essere un lavoro pulito. Ma Pino esce con la camicia sudata. L’aria piacionesca in camerino diventa una maschera triste”, scrive Roncone oggi sul Corriere della Sera. “Ogni puntata nello struggente tentativo di inchiodare qualcuno davanti allo schermo, prova a metterci qualcosa di suo, rovista in tutto il mestiere che ha, e ne ha: la gente, però, lo vede, lo ascolta in un miscuglio di efferata euforia e sarcasmo da avanspettacolo, e cambia canale. Maurizio Costanzo diceva che Pino, nel suo mitico show al Teatro Parioli, fosse quello capace di sfornare le battute migliori. Solo che lì faceva l’ospite".

Il Corriere ricostruiscre così la storia di Insegno: dalla sua partecipazione a Piazza del Popolo a fianco della premier  Giorgia Meloni fino al (flop) del suo Mercante. Ecco il momento in cui viene contatto. "Adesso, al cellulare, via Whatsapp, sembra di parlare con il Mel Gibson di Braveheart: voce solenne, tono sincero. “Ho 64 anni: e nessuno dice che ne ho 40 di carriera sulle spalle e che sono commendatore della Repubblica per meriti sociali. Sento l’affetto della gente…”. "Senta, insiste il conduttore a Roncone, mi hanno chiesto di dare una mano a una rete chiamata Raiduepercento. Perché è quella la media di quella fascia oraria. L’idea era di rianimare un po’ lo slot, di far capire all’abbonato che non passano solo vecchi telefilm quattro volte di seguito. Mi fanno partire all’1,2%, poi devo scalare: facciamo la media del 2,4%. Non è tanto? Okay, ma non è nemmeno poco. E segnalo che siamo solo alla ventesima puntata". E sulla chiusura del programma Insegno replica: "Guardi, è una cattiveria che ha scritto Dagospia"

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