Michele Santoro ci prova con la Rai - Affaritaliani.it

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Michele Santoro ci prova con la Rai

Solaris

Sanotoro si auto - candida nel cda Rai.

Michele Santoro ha fatto in questi giorni un endorsement, niente di strano, se ne fanno tanti in continuazione, ma qualche volta queste manifestazioni di naturale affetto vengono meglio perché sono fatti nei propri confronti, come nel caso del noto giornalista.

Santoro ha dichiarato esplicitamente che si propone per il Cda della Rai. Un a volta, in tempi più raffinati, almeno ci si faceva rappresentare da qualcuno che faceva il tuo nome, ma ora perché perdere tempo in questa epoca digitale e immediata? Si fa da soli, dal produttore, il candidato, al consumatore, chi di dovere, che quasi sempre è la politica anche se lui, excusatio non petita, ha messo le mani avanti dicendo che nessun “politico volterà per me” (ed allora mai entrerebbe).

Ora, come è noto, Santoro è dichiaratamente di sinistra, lo è in maniera totale e polemica, anzi endemica e quindi non si capisce molto cosa possa avere a che fare con le forze che hanno vinto le elezioni.

O meglio, l’unico collante è il populismo, ma si tratta di una cosa completamente diversa.

La Lega è all’opposto esatto di Santoro, mentre i grillini rappresentano anch’essi valori assai distanti dal pantheon comunista o post comunista del giornalista romano, nonostante i suoi tentativi di accreditarvisi ideologicamente tempo fa sulla scia di Travaglio con cui oltretutto bisticciò.

Dunque, i soliti maliziosi vedono nella mossa di Santoro un tentativo di solleticare i Cinque Stelle che della Rai sono nemici e hanno minacciato già sfracelli con la sostituzione di tutti i direttori del Tg. Ne ho scritto ieri qui:

http://www.affaritaliani.it/politica/governo-m5s-tg1-ora-amico-di-di-maio-lo-dimostra-il-bus-bruciato-a-roma-539551.html

L’auto - candidatura con invio di CV è stata condita dal solito iperattivismo mediatico aiutato da alcuni eventi, come l’anniversario di Aldo Moro presentato nella sua nuova trasmissione in onda su Rai Tre, M, lettera evocativa che speriamo significhi Michele e non Mussolini.

Il “programma” della candidatura? Non molto comunista e cioè una battaglia a favore dei produttori indipendenti (come lui).