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Mr. Spotify finanzia la guerra: 600 milioni per droni e aerei. Tutti gli artisti tacciono (tranne Piero Pelù)
La decisione di Daniel Ek di investire in una start up che produce aerei e droni fa infuriare il rocker: ma al suo appello...
Piero Pelù contro il magnate di Spotify, ma l'artista in questa protesta è solo
La decisione presa dal magnate di Spotify, Daniel Ek, che ha annunciato l'investimento di 600 milioni di euro nella start-up di tecnologia militare anglo-tedesca Helsing per finanziare in sostanza aerei e droni per fare la guerra, ha lasciato abbastanza indifferenti gli artisti. Non c'è stata una presa di posizione netta per la scelta di Ek di accodarsi al riarmo. Tutti in silenzio - riporta Il Fatto Quotidiano - tranne uno: Piero Pelù.
"Visto che la musica da cui il suddetto succhia i suoi profitti giganti parla – oltre che di mille cazzate – anche di amore della vita, rispetto per l’ambiente, di pace, noi poveri ingenui - tuona l'ex leader dei Litfiba - abbiamo pensato che questi nuovi investimenti, 600.000.000, andassero alla ricerca per il cancro, o alle Ong che salvano vite in posti di guerra o in mezzo ai mari, oppure alla costruzione di macchine che liberino i mari dalle microplastiche che ci avvelenano ogni giorno di più. E invece no…", riflette amaramente nel suo post il rocker fiorentino.
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"Purtroppo - prosegue Pelù - i master di tutti i miei dischi non mi appartengono più, altrimenti li avrei ritirati immediatamente dalla fottuta piattaforma di questo schifo di individuo. Se molti artisti facessero pressione su questo padrone insensibile della nostra arte potrebbero farlo ragionare e spingerlo a investire i suoi – i nostri soldi in qualcosa di molto più civile e in controtendenza con la merda che i nuovi dittatori ci stanno portando a vivere ogni giorno". Ma il suo appello, per il momento, sembra essere caduto nel vuoto.
