Native advertising, il futuro? Sedurre gli utenti
Sedurre i clienti. Nel vero senso della parola. Il native advertising passa anche dai siti di appuntamenti, come Tinder. Questa bella ragazza dice di chiamarsi Ava. Aggancia gli utenti tramite l'app e, complice l'aspetto grazioso, rimanda a un account Instagram. Dove però, il malcapitato non troverà foto di Ava ma la promozione del film Ex Machina, nelle sale in questi giorni.
Ava è in realtà l'attrice protagonista Alicia Vikander. Si tratta solo di un esempio, fornito durante il festiva SXSW. Ma è una prospettiva concreta per il native advertising. Ormai i brand lo hanno capito: la promozione "push" non basta. "Spingere" un prodotto è solo una delle tante tattiche possibili. In molti casi è meglio la strategia "pull". Non è il consumatre che osserva il messaggio ma è il marchio che "tira" il consumatore verso il prodotto. Il limite con lo spam è sottile. Ava è stato un esperimento, ma fornisce una prospettiva sul futuro del native advertising. Un advertising che, sfruttando la sfumatura tra app e vita privata, diventerà sempre più invasivo.