"Dov'è la svolta digitale?". I giornalisti del Corriere contro Jovane

E' ancora muro contro muro. La redazione del Corriere attacca a testa bassa l'ad del gruppo Pietro Scott Jovane, accusandolo di non dare seguito alla promessa svolta digitale del gruppo.
A riaccendere il duello è stato il crash di Corriere.it. “Dobbiamo constatare -scrive il Cdr - che ancora una volta il nostro sito è andato in panne proprio in un momento delicatissimo e di grande traffico, cioè in coincidenza con l’aggiornamento delle notizie sull’alluvione in Sardegna. Purtroppo non è la prima volta che il sito si blocca, anche per ore, provocando le reazioni irridenti dei lettori. Un problema che abbiamo ripetutamente segnalato nel corso delle nostre riunioni e che speravamo fosse stato superato. Le chiediamo di conoscere le ragioni di simili improvvise interruzioni che, come lei ben comprende, hanno un effetto profondamente negativo sull’immagine del Corriere della Sera. E’ infatti inutile parlare di svolta multimediale senza aver risolto quello che è un prerequisito: l’affidabilità tecnologica del nostro sito”.
Jovane deve così incassare l'ennesima stoccata. Mentre prosegue la protesta sulla vendita della sede di Via Solferino. E' a un passo dalle 15 mila firme la petizione lancata dal Cdr contro la cessione a Blackstone. "Fermiamo la svendita di Via Solferino. Chiediamo agli azionisti di Rcs Mediagroup (Fiat, Mediobanca, Banca IntesaSanPaolo, Pesenti, Pirelli, Della Valle, Famiglia Rotelli, Cairo, Unipol) e al Consiglio di amministrazione di bloccare la cessione della sede del Corriere della Sera al fondo americano Blackstone. Un’operazione condotta a prezzi stracciati: solo 120 milioni per l’intero palazzo, di cui 30-40 milioni per la parte storica progettata da Luca Beltrami. Questo il testo, che ha raccolto l'adesione di molti lettori e di un sostenitore illustre: il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
50 MLN DI 'SCONTO' SULLA VENDITA E AFFITTO SALATO: I CONTI DELL'OPERAZIONE SOLFERINO |