"Google responsabile dei contenuti": il diritto all'oblio inguaia Big G
Decisione senza precedenti della Corte di Giustizia europea, che ha riconosciuto il diritto all'oblio su Internet e ha stabilito che Google, su richiesta degli utenti, deve cancellare i risultati di ricerca "irrilevanti" o datati. Il "diritto a essere dimenticati", secondo la Corte, sussiste quando le informazioni presenti sul motore di ricerca sono "inadeguate, irrilevanti o non piu' pertinenti", oppure legate a un episodio di molto tempo prima. La Corte ha tuttavia riconosciuto l'eccezione dell'interesse pubblico di un'informazione. Il gestore di un motore di ricerca su Internet "e' responsabile del trattamento dei dati personali che appaiono su pagine web pubblicate da terzi", sottolinea la Corte.
Per il colosso di Mountain View, la decisione e' stata deludente e "platealmente" in contrasto con l'opinione espressa lo scorso anno dall'avvocato generale della Corte di Giustizia europea, Niilo Jaaskinen, secondo il quale Google non e' responsabile per i dati pubblicati sui siti accessibili attraverso il motore di ricerca e i cittadini europei, secondo la normativa vigente, non hanno il diritto all'oblio sul web.
"E' una sentenza deludente per i motori di ricerca e per gli editori on-line in generale", ha sottolineato Google in una nota, "dobbiamo prenderci del tempo per analizzare le implicazioni". Google ha sempre ribadito di non avere responsabilita' per i contenuti pubblicati sul web.