Rai, scontro in cda sui tagli. Todini si dimette
Scontro in cda Rai, si dimette Luisa Todini. Lo apprende l'Agi. All'origine delle dimissioni dell'imprenditrice-consigliere e presidente, tra l'altro, di Poste, c'e' la questione del prelievo forzoso di 150 milioni di euro dalle competenze Rai derivanti dal canone di abbonamento. Prelievo previsto dal dl 66 o dl Irpef.
A quanto si apprende il consigliere Antonio Verro ha presentato un ordine del giorno che impegnava il cda di viale Mazzini a ricorrere contro questo prelievo voluto dal governo nel quadro della piu' generale spending review. Si sono creati due schieramenti: da una parte quello maggioritario composto da Verro, De Laurentiis, Rositani, Pinto, Tovagi e Colombo; dall'altra Todini e Pilati, mentre la presidente Tarantola si e' astenuta.
A quel punto la Todini ha annunciato le proprie dimissioni seduta stante. L'astensione di Annamaria Tarantola, sull'ordine del giorno presentato dal consigliere Verro, e' motivata dal fatto - si apprende ancora - che l'astensione della presidente e' dovuta al fatto che la stessa Tarantola e' presidente di garanzia del cda Rai. Ne consegue quindi il non pronunciarsi sulla materia. Quanto al futuro del cda, non e' automatico che si debba procedere subito alla sostituzione di Todini con la nomina di un nuovo consigliere da parte della Commissione di Vigilanza Rai. Gia' in passato, infatti, e' accaduto che ci siano state dimissioni di consiglieri senza che si sia proceduto da parte degli organi competenti alla nomina di un sostituto. E' addirittura c'e' stato anche un momento in cui operava una sorta di 'cda smart' con appena tre consiglieri.