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Scuola, Agcom: "Il 12,7% degli studenti senza didattica a distanza"

Il 12,7% degli studenti non ha usufruito della didattica a distanza durante l'emergenza legata al coronavirus. Lo scrive l'Agcom (l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) nella Relazione annuale.

Con la didattica a distanza seguita durante il lockdown "oltre 10 ragazzi su 100 sono rimasti esclusi dal processo educativo". E' quanto denuncia una ricerca condotta da Agcom. Inoltre, un ulteriore 20% ha potuto frequentare i corsi soltanto in maniera saltuaria, senza poter svolgere regolarmente le lezioni relative all’anno scolastico in corso.

Dalla relazione Agcom sulla didattica a distanza emerge che per quasi 40 studenti su 100 non vi è stato nessun problema; 25 studenti su 100 lamentano problemi di velocità della connessione da casa; 19 studenti su 100 segnalano che non tutta la "classe" ha potuto prendere parte alle lezioni a distanza; quasi 14 studenti su 100 indicano che l'utilizzo dei software per l'educazione a distanza risulta complesso; quasi 14 studenti su 100 lamentano di non avere spazi sufficienti in casa senza arrecare disagio ad altri familiari; 10 studenti su 100 rilevano che la scuola non ha attivato tutti i corsi/materie previste.

Agcom, diseguaglianze digitali

A fronte di livelli di copertura territoriale che potenzialmente consentono all'88,9% delle famiglie italiane di accedere a servizi internet con velocità maggiori o uguali a 30 Mbps, solo il 37,2% di esse possiede effettivamente una simile connessione. Lo scrive l'Agcom nella Relazione annuale in cui affronta il tema delle "disuguaglianze digitali".

Agcom, la differenza di copertura tra regioni

La differenza di copertura (più o meno 30 Mbps) tra regioni supera i 40 punti percentuali. Con riferimento alla costruzione di infrastrutture critiche, "la crisi epidemica determinerà una decisa contrazione degli investimenti privati, con effetti sulla qualità dei servizi, la tenuta della rete e la sicurezzadella stessa" sottolinea l'Agcom.

"Al riguardo, la pressione esercitata sulla rete dall'aumento del traffico, durante il lockdown in particolare, e il conseguente rallentamento delle prestazioni in termini di velocità suggeriscono che per sostenere una società digitale occorre continuare a investire nelle reti di telecomunicazioni utilizzando le diverse tecnologie disponibili (secondo il principio di neutralità tecnologica) e spingendo verso un'innovazione dell'infrastruttura che colmi le attuali differenze territoriali nell'intento di eliminare situazioni di digital divide".

Agcom, la chiusura di scuole e università

"La chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle università con l'avvento della pandemia ha posto numerose sfide da affrontare giacché le disuguaglianze digitali sono esplose in tutta la loro gravità per il numero senza precedenti di studenti coinvolti nell’educazione a distanza". Ad affremarlo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nella sua relazione annuale. 

"Alle classiche diseguaglianze presenti nel sistema educativo - rileva Agcom - sintetizzabili nelle differenti opportunità in termini di anni di scolarizzazione e di accesso a percorsi di studi equivalenti dal punto di vista dell’apprendimento, si sono aggiunte le diseguaglianze digitali". 

Coronavirus, Agcom: il ruolo centrale del settore comunicazioni

Il settore delle comunicazioni "ha giocato un ruolo centrale nella gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 dimostrandosi, ancora una volta, l’asse portante di ampi segmenti del sistema economico e sociale". Spiega Agcom nella sua relazione annuale, e in particolare nel capitolo che ha dedicato all'emergenza coronavirus in Italia.

E viene rilevato che "il governo e le autorità preposte all’adozione di misure di contenimento del contagio si sono avvalse dei servizi di media audiovisivi tradizionali, in particolare del servizio pubblico radiotelevisivo (Rai, ndr), nonché delle piattaforme online, per avviare canali di comunicazione stabili con i cittadini e informarli attraverso campagne mediatiche mirate e messaggi istituzionali". Inoltre, "editori e giornalisti hanno garantito una capillare copertura informativa circa il dipanarsi della situazione emergenziale, offrendo notizie e approfondimenti su tutti gli aspetti della crisi in atto".

Lo speciale capitolo della Relazione annuale Agcom evidenzia anche che gli apparati dello Stato, nazionali e locali, "hanno potuto assicurare continuità nell’erogazione di vari servizi pubblici essenziali, a partire dall’istruzione e dalla sanità, riorganizzando le proprie strutture e modalità di fornitura grazie alle reti di comunicazioni elettroniche e ai servizi di accesso a internet a banda larga e ultralarga. Analogamente, cittadini e imprese hanno fatto largo uso dei servizi di comunicazione elettronica per soddisfare le proprie esigenze lavorative, economiche e sociali.

Consumatori e aziende hanno potuto approvvigionarsi di beni essenziali, nei limiti delle norme sulla sicurezza e nel rispetto delle misure di distanziamento sociale, utilizzando, ove possibile, l’e-commerce e i connessi servizi di consegna pacchi del mercato postale".  

In questo quadro, la transizione alla "nuova normalità" sta evidenziando questioni fondamentali che investono, in primo luogo, il ruolo delle infrastrutture e dei servizi di telecomunicazioni, fisse e mobili, e di internet quale precondizione per il godimento dei diritti sociali costituzionalmente garantiti: imprese, scuole, famiglie dipendono più che mai dalla garanzia di connettività sufficiente allo svolgimento in contemporanea di una varietà di attività online e dal grado di copertura delle reti a banda larga e ultralarga. Il digital divide, in tutte le sue dimensioni, a partire da quella socio-economica, oltre che di divario infrastrutturale, emerge, in un periodo di crisi come quello attuale, come un fattore di domanda su cui intervenire per la ripresa della crescita in Italia. 

L'Agcom evidenzia che nel corso dell’epidemia si è registrata un’impennata dei consumi dei servizi di comunicazione online. Sin dalle prime settimane dell’emergenza, sono stati registrati elevati tassi di crescita per la fruizione di informazione, sia su mezzi tradizionali, sia online.

E a fronte di un incremento generalizzato anche della produzione di notizie sul coronavirus e di un’incidenza non trascurabile della disinformazione online, "l’emergenza sanitaria si è accompagnata a un’altra emergenza di portata globale, dovuta a un eccesso di informazioni non sempre accurate e corrette sull'epidemia da Covid-19, tanto da indurre le istituzioni nazionali e internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad adottare specifiche iniziative per fronteggiare la situazione di “infodemia”, che ha l’effetto di disorientare cittadini e consumatori chiamati a rispettare le misure di contenimento adottate". 

La palese evidenza dell’importanza delle attività che compongono i mercati delle comunicazioni, più che mai struttura portante del sistema di gestione dell’emergenza, "continua a chiamare in causa l’azione dei pubblici poteri di fronte ai rischi e alle opportunità di uno scenario socio-economico in rapida e continua evoluzione".

L'Agcom sostiene di non essersi trovata "impreparata né a gestire la forte accelerazione che la crisi epidemiologica ha impresso ai processi di trasformazione digitale dell’organizzazione interna, né a ridefinire priorità di intervento e linee di azione per dare risposte mirate e tempestive alle istanze di consumatori e operatori. In definitiva, l’impatto economico-sociale dell’emergenza sanitaria ha determinato una crisi di portata globale che investe imprese, famiglie e consumatori, richiedendo, pertanto, sia azioni mirate sia un attento monitoraggio dei mercati, con indicatori ad hoc dal lato dell’offerta e della domanda.

Nel Rapporto 2020 c'è uno schema logico che muove dai primi interventi adottati dall’Autorità per far fronte alle fasi iniziali dell’emergenza epidemiologica, per poi passare all’analisi degli scenari di mercato e a una panoramica più ampia sul settore delle comunicazioni. Sono quindi illustrate le previsioni su ricavi e volumi nell’intero sistema della comunicazione per il 2020, confrontando l’ipotetico andamento in assenza dell’emergenza da Covid-19 con quello che invece si realizzerà prevedibilmente a seguito della sopravvenuta crisi sanitaria.

Si evidenziano, inoltre, le maggiori criticità che l’Italia deve affrontare per favorire la naturale transizione del Paese a un sistema pienamente digitalizzato, senza che ciò crei distorsioni sociali e di funzionamento dei mercati. Infine, viene proposta una valutazione complessiva e conclusiva, delineando alcune indicazioni di policy.

 

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