Serie A, accordo per la spartizione dei diritti tv: ecco chi ci guadagna
La Lega Serie A trova un accordo compatto per la gestione dei diritti tv dal 2009
La Lega Serie A si spartisce i diritti tv, per la prima volta dal 2009, con un accordo che vede il sì di tutte le 20 squadre coinvolte. Per la stagione in corso e per la prossima c'è un cuscino da 60 milioni per le retrocessee e 20 milioni in più rispetto al passato per chi si classifica dal quarto al diciassettesimo posto.
“E’ un punto di equilibrio interessante. E’ uno schema che dà certezze alle società per la stagione in corso e quella futura”, ha spiegato il presidente della Lega di Seria A Maurizio Beretta, sottolineando l’importanza dell’accordo raggiunto all’unanimità. I Soldi - ha aggiunto - sono il carburante che fa funzionare al meglio il grande calcio. Il clima molto costruttivo di questi giorni ha portato a un accordo condiviso e votato da tutte le 20 società”.
La vendita centralizzata dei diritti televisivi e i nuovi criteri di mutualità e redistribuzione delle risorse, introdotti con la Legge Melandri, hanno determinato una vera e propria rivoluzione nel calcio italiano. Al punto che le modalità di ‘spartizione della torta’ hanno rappresentato uno dei motivi principali per cui i club della Lega di Serie A hanno deciso la scissione dalla Lega di Serie B nella primavera del 2009. Da lì in poi, però, la definizione della divisione delle risorse ha dato sempre luogo a momenti di tensione fra le società del massimo campionato. L’anno scorso, quando si è trattato di ripartire i proventi dalla vendita dei diritti tv per il triennio 2015-2018, una trattativa estenuante, con le sei big schierate in trincea contro le medio-piccole, ha prodotto un compromesso votato da 18 club, valido per una stagione.
Quell’intesa, in cui si raddoppiava da 30 a 60 milioni di euro il cosiddetto ‘paracadute’ per le squadre retrocesse, è stata poi prorogata in attesa del nuovo accordo, votato oggi all’unanimità dalla seconda assemblea convocata sul tema.