Desailly: “I calciatori sui social? Capisco chi li proibisce”
di Pasquale Diaferia
Il network francese Havas di Jacques Seguela riesce a mettersi in evidenza al Festival della Creatività di Cannes non solo per i tanti premi assegnati alle proprie campagne. Nello spazio dedicato agli incontri di business, l’Havas Cafè, una sorta di grande palco di intrattenimento e riflessione, ieri sera prima del match Brasile-Messico è stato ospitato Marcel Desailly, campione del mondo del 1998 e d’Europa nel 2000 con la Francia, e due volte vincitore della Champions con Olympique Marsiglia nel ‘93 e con il Milan nel ’94.
The Rock, come era stato ribattezzato al Chelsea, si è dichiarato molto critico sull’esagerato uso dei social network da parte dei suoi giovani colleghi: “Non sono contrario a Twitter, ma al modo in cui viene usato. Spesso i calciatori fanno circolare notizie che dovrebbero restare interne al Team.” Soprattutto in manifestazioni come il Mondiale, in cui si giocano poche partite in un arco temporale molto concentrato, anche solo far circolare la notizia di un infortunio o di una scelta tecnica può danneggiare le programmazione tattiae dell’allenatore. Così il centrale difensivo comprende la scelta di Capello, CT della Russia, che ha deciso di proibirlo ai suoi calciatori: “Credo che i calciatori debbano anche comprendere che si tratta di un fatto di responsabilità individuale molto importante. A questi livelli sono modelli di comportamento per i giovani tifosi. Se proprio devono usare i social network, non esagerino con le foto osè o le notizie piccanti. Parlino di politica, di temi sociali. Già era difficile ai miei tempi, con i giornali che ti tenevano sotto pressione. Adesso con facebook e twitter rischi di essere ancora di più sotto gli occhi di tutto. Finche vinci va tutto bene, ma appena i risultati non sono all’altezza, questa sovraesposizione può davvero danneggiarti”.

Il centrale che vinse anche una Champions con il Milan nel 1994 conclude: “Non capisco chi usa questi moderni mezzi di comunicazione per diffondere notizie riservate. Devono progettarsi come modelli per gli altri, soprattutto per i giovani che nel calciatore vedono qualcuno a cui ispirarsi. Penso che campioni assoluti come Cristiano Ronaldo non debbano pensare solo a monetizzare la loro immagine esterna, ma prendersi cura dei propri valori, di interessi più ampi. E comprendano che con questo livello di esposizione digitale hanno l'obbligo di comportarsi come maestri della comunicazione, responsabili ed efficaci.” Non male che questa raccomandazione arrivi proprio ad un Festival dove la comunicazione sociale ha raggiunto livelli importanti anche per l’Italia, che ha vinto due leoni d’oro proprio per attività sociali rivolte al pubblico delle mamme e dei giovani con i progetti Coordwon e Samsung Maestro.
Per chiudere con le immancabili previsioni sulla coppa del Mondo, Desailly non vede favoriti i brasiliani, “su cui si sta esercitando una grande pressione di tutto il paese che ospita questa fase finale. Per me i veri predestinati sono l’Argentina e la Germania, che hanno grande talento e nessun obbligo assoluto di vincere, come invece grava sulla nazionale carioca.” Italia non pervenuta, nelle previsioni di chi ben conosce il calcio italico. E tutto sommato, considerando la scaramanzia nazionale, questa per la nazionale di Cesare Prandelli è davvero una bella notizia.
@pipiccola