Time Warner Cable rifiuta Charter: il no apre l'asta
Il cavo si ingarbuglia. E' complicata la strada che porta a quella che sarebbe la terza fusione più grande del'era post-Lehaman. Charter Communications ha offerto 62,4 miliardi di dollari per Time Warner Cable. La proposta è stata rifiutata, ma sono molti a credere che si tratti solo di un niet indirizzato ad alimentare l'asta e far salire il prezzo. Un indizio sta anche nella reazione del mercato. Se il di Charter Communications, impennatesi in apertura, hanno ripiegato poco oltre la parità, Time Warner Cable continua a galoppare vicino al +2,5%.
L'asta, dunque, è aperta. E il prezzo potrebbe lievitare ancora. Ma si rivedono volumi che non si scorgevano dall'inizio della crisi. Dal 2009, solo due operazioni di questo livello sono andate in porto: quella da 64,2 miliardi di Pfizer per Wyeth nella farmaceutica e quella da 130 miliardi di Verizon per la quota di Vodafone in Verizon Wireless nella telefonia mobile.
I termini dell'offerta sono stati resi noti con un'offerta indirizzata dai vertici di Charter a quelli di Time Warner Cable. Il pagamento di 132,50 dollari, dei quali 83 dollari in contanti, per un totale di 37,4 miliardi, cui si aggiunge l'assunzione di debito. Ai soci di Time Warner Cable resterebbe il 45% nella nuova società, un gigante da 20 milioni di abbonati a servizi televisivi e di Internet in 38 stati.