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Verdelli direttore di Repubblica. Sbatté la porta nella Rai renziana

Verdelli eccellente alla guida de La Gazzetta dello Sport. Il ritratto
Carlo Verdelli, 61 anni, milanese, nel gennaio del 2017, si dimise dalla direzione editoriale della Rai, allora guidata dal renziano veneto, Antonio Campo dall'Orto. Il giornalista dimostrò, in quella occasione, onestà intellettuale. Verdelli fu uno dei più apprezzati direttori della "Gazzetta dello Sport" : alla "rosea"stabili' il record di copie vendute, 2 milioni e 300 mila, il giorno dopo la vittoria dell'Italia del Campionato Mondiale di Calcio, il 10 lugliol 2006.Un gesto forte, quello, in viale Mazzini, del giornalista milanese, per rivendicare la propria autonomia e distinguersi dall'obbedienza e dal servilismo, che continuano, purtroppo, a primeggiare tra i "meriti", sulla cui base vengono imbarcati, alla RAI, in incarichi di responsabilità, i giornalisti e i manager.Un problema, grave, che non riguarda solo l'aziendona di viale Mazzini. E andrebbe affrontato e, se possibile, contrastato, in tutti i settori, politici e aziendali.
Le dimissioni di Verdelli, a cui seguirono, 6 mesi dopo, quelle di Campo dall'Orto, dimostrarono la distanza tra le tante affermazioni di principio, esternate dall'allora premier, Matteo Renzi, sul merito, sull'attenzione alle qualità, sulla attenta valutazione delle candidature, sulla rottamazione e la realtà quotidiana che, rispetto alla Prima Repubblica, non era affatto mutata, nella fase, non breve, della leadership dell'ex Sindaco di Firenze.
Verdelli intende cambiare, radicalmente, l'impostazione al "giornale-partito", fondato da Scalfari, nel 1976. Quanto a Mario Calabresi, figlio del commissario della PS, Luigi-che venne ucciso, a Milano, nel 1972, da un commando, spietato, di "Lotta Continua" (stangati, con sentenza definitiva, Sofri, Bompressi e Pietrostefani, latitante nella Francia dell'anti-italiano Macron), negli ultimi giorni, è saltata la trattativa con Google per la direzione delle News in Europa. E Vittorio Feltri, graffiante, ha commentato : "Quando un direttore viene licenziato, la colpa non è mai sua. Bensi' dell'editore, che ha sbagliato ad assumerlo oppure ha sbagliato a cacciarlo. Ora Calabresi è orfano 2 volte".
Nel tweet di saluto, il successore di Ezio Mauro ha rivendicato il merito di aver dimezzato la discesa delle copie del giornale, dal 14 a sotto il 7...Non è bastato all'editore de Benedetti per confermare Calabresi.