Alzheimer, gli ultrasuoni restituiscono la memoria. Per curare il morbo stop ai farmaci
Alzheimer, dall'Australia arriva uno studio che sperimenta una nuova terapia, a base di ultrasuoni per curare il morbo e dare qualche speranza ai circa 26 milioni di persone che nel mondo sono affetti da questa patologia neurodegenerativa che, in genere, salvo casi di precocità, colpisce a partire dai 65 anni di età.
I ricercatori dell’Università del Queensland hanno indirizzato i fasci di ultrasuoni verso il cervello compromesso, fasci che hanno l’effetto di ripristinare la memoria. Gli esperti, infatti, hanno scoperto che i fasci ultrasonici sono in grado di distruggere il 75% delle placche amiloidi, considerate le conduttrici dell’Alzheimer, in quanto si depositano nell’encefalo e spezzano la funzionalità dei neuroni.
Naturalmente, la risposta positiva è venuta da sperimentazioni sui topolini; i fasci indirizzati sulle placche avrebbero l’effetto di stimolare alcune cellule immunitarie, la micraglia. Sono queste a distruggere le placche amiloidi che provocano la degenerazione delle funzioni cerebrali del soggetto colpito da Alzheimer. Un vantaggio della terapia è quello di evitare i farmaci, in particolare i neurolettici, che hanno controindicazioni per le funzioni cardiovascolari. Conclusasi la sperimentazione sulle cavie animali, però, i ricercatori dovranno studiare come calibrare la terapia sia sul cervello umano, ben più esteso, sia riguardo allo spessore delle ossa craniali.