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Medicina
Epatite C, ok all'acquisto dei farmaci dall'estero, anche per posta

Epatite C, svolta per i malati: posso comprare farmaci dall'estero

 

Con una circolare del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e' stato stabilito che i malati di eptatite C che non rientrano nei criteri per avere il farmaco dal Servizio Sanitario Nazionale, possono reperirlo all'estero e farselo spedire anche via posta. La Circolare spiega che "secondo i principi generali e le disposizioni vigenti, nessun medicinale puo' essere commercializzato in Italia senza aver ottenuto un'autorizzazione dell'AIFA o un'autorizzazione a livello comunitario". Ma aggiunge il documento, "eccezionalmente, e in deroga a tale principio, e' ammessa l'importazione per il solo uso personale di medicinali regolarmente autorizzati in un Paese estero in due ipotesi specificamente individuate:

a) medicinali posti regolarmente in vendita in Paesi esteri, ma non autorizzati all'immissione in commercio sul territorio nazionale, spediti dall'estero su richiesta del medico curante 1997).

b) medicinali registrati in Paesi esteri, che vengono personalmente portati dal viaggiatore al momento dell'ingresso nel territorio nazionale purche' destinati a uso personale per un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni".

 

Epatite C, via libera all'acquisto dei farmaci dall'estero

 

Ancora, la circolare stabilisce che nel caso dei medicinali in vendita nei paesi stranieri ma non vendibili sul territorio nazionale e spediti dall'estero su richiesta del medico, "la procedura e' quella delineata dal citato d.M. 11 febbraio 1997 e in particolare, il medico curante che ritenga opportuno sottoporre un proprio paziente ad un trattamento con un medicinale regolarmente autorizzato in un Paese estero, ma non in Italia, e' tenuto a predisporre e a inviare al Ministero della salute - Uffici periferici di sanita' marittima, aerea e di frontiera e servizi territoriali di assistenza sanitaria al personale navigante e aeronavigante (USMAF-SASN), nonche' al corrispondente ufficio doganale ove sono espletate le formalita' di importazione, apposita documentazione (nome del medicinale, sua forma farmaceutica; ditta estera produttrice; dichiarazione che il medicinale in questione e' regolarmente autorizzato nel paese di provenienza; quantitativo di cui si chiede l'importazione nel territorio nazionale; esigenze che giustificano il ricorso al medicinale non autorizzato in Italia; dichiarazione di utilizzazione del medicinale sotto la propria diretta responsabilita')".

L'importazione del farmaco "deve essere giustificata da oggettive ragioni di eccezionalita' rinvenute nella necessita', in mancanza di una valida alternativa terapeutica, che il medico curante ritenga opportuno sottoporre un proprio paziente al trattamento terapeutico con un medicinale regolarmente autorizzato in un Paese estero". Tutto questo, specifica ancora il testo, e' giustificato anche quando si verifica la "mancanza di una valida alternativa terapeutica" e cioe': "quando il medicinale del quale si chiede l'importazione, pur in presenza di analogo medicinale regolarmente autorizzato in Italia, presenti un diverso dosaggio di principio attivo, una diversa via di somministrazione, eccipienti diversi o una diversa formulazione di principi attivi; quando l'accesso al medicinale disponibile in Italia non risulti possibile per il paziente, in quanto lo stesso paziente non rientra nei criteri di eleggibilita' al trattamento per l'erogazione del medicinale a carico del Servizio sanitario nazionale, ovvero per la sua eccessiva onerosita'". La circolare sottolinea inoltre che quanto disposto "puo' trovare applicazione solo nel rigoroso rispetto dei criteri posti dal dM 11 febbraio 1997, a partire dall'assunzione di responsabilita' da parte del medico curante che ritiene di sottoporre il proprio paziente a quel determinato trattamento terapeutico, fermo restando quanto previsto dall'articolo 5 del decreto".

 

Salute: Lorenzin, su farmaci epatite C rimosso odioso ostacolo

 

"Abbiamo rimosso un odioso ostacolo burocratico sulla via della liberta' ed effettivita' delle cure". Lo dichiara il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in merito alla circolare con la quale e' stato stabilito che i malati di epatite C che non rientrano nei criteri per avere il farmaco dal Servizio Sanitario Nazionale, possono reperirlo all'estero e farselo spedire anche via posta. "Nelle ultime settimane - spiega il ministro - abbiamo avuto molte segnalazioni su farmaci che regolarmente importati da pazienti italiani per esigenze personali di cura venivano bloccati in dogana, anche se si trattava di farmaci legalmente autorizzati in un Paese estero, sebbene non autorizzati in Italia. La dogana bloccava questi farmaci sulla base di una interpretazione restrittiva della normativa vigente, ritenendo, contro l'evidenza scientifica, che fossero identici due farmaci anche se vi fosse diversita' di dosaggio, eccipienti, modalita' di somministrazione". Con la circolare "questo e' stato chiarito - aggiunge Lorenzin - ma soprattutto si e' chiarito che non puo' sussistere una valida alternativa terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non e' effettivamente accessibile a tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l'epatite C e gli altri farmaci innovativi". 

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