I-Com a Bruxelles per un health technology assessment con cure più eque
Presentato all'Europarlamento il report sul futuro dell'HTA in Europa e in Italia
Il think tank europeo I-Com ha presentato oggi a Bruxelles un report sul futuro dell’Health
Technology Assessment nell’UE.
In Europa il 18% della spesa sanitaria pubblica è costituita da prodotti medicali, non solo farmaci
ma anche dispositivi e terapie. È sempre più importante, quindi, poter misurare in maniera efficiente
l’impatto economico e sociale delle tecnologie sanitarie. Anche perché da una valutazione corretta
dei nuovi prodotti che accedono al mercato dipendono le sorti di decine di milioni di pazienti in
tutto il Continente.
Questo è il tema del convegno dell’Istituto per la Competitività (I-Com) dedicato al futuro
dell’Health Technology Assessment (HTA) nell’UE, in cui il think tank europeo, con sedi a Roma e
a Bruxelles, ha analizzato l’atteggiamento dell’Europa nei confronti di questo strumento, con un
focus sull’Italia.
Per HTA si intende un approccio multidimensionale di analisi delle implicazioni medico-cliniche,
organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia medicale attraverso la valutazione di
criteri quali: efficacia, sicurezza, costi e impatto sociale.
Secondo lo studio di I-Com, allo stato attuale in Europa, non esistono chiare linee guida sulla
metodologia per la conduzione dell’HTA e questo crea difformità nei risultati nel momento in cui si
valuta la possibilità di accesso dei pazienti alla stessa tecnologia sanitaria in paesi diversi. Per
l’Europa il tema è di grande importanza per riuscire a garantire un equo accesso alle cure ai cittadini
degli Stati Membri, rispettando gli stringenti vincoli di bilancio pubblico ed evitando di far lievitare
la spesa privata per le cure stesse. Si tratta di trovare uno strumento comunitario in grado di
supportare un’efficiente distribuzione delle risorse.
“Bisogna creare una coalizione di chi ha un interesse legittimo che l’HTA sia condotto da
Stoccolma a Roma secondo una metodologia e una governance comuni, mettendo insieme i
pazienti/cittadini, che avrebbero garantito un accesso più rapido alle cure più innovative, l’industria,
che potrebbe avere maggiori certezze sulle decisioni di investimento da sviluppare nel
tempo, e i decision maker che potrebbero essere supportati da valutazioni scientifiche rigorose nello
svolgimento del loro compito”, ha dichiarato il presidente di I-Com Stefano da Empoli.
Nel report di I-Com emerge che nei Paesi più “all’avanguardia” (Svezia, Olanda, Francia ma anche
Spagna e Polonia), l’HTA fa parte del processo decisionale sull’accesso alle cure, la definizione del
prezzo e la possibilità di rimborso da parte dello Stato (o delle assicurazioni obbligatorie) dei
farmaci e dei dispositivi medici e gli esiti di questa valutazione, sebbene non vincolanti, sono
necessari.
In altri Stati, invece, l’HTA è condotto volontariamente, o, come in Italia, a livello regionale e da
singole aziende ospedaliere. In alcune regioni l’HTA non è neanche previsto come step per poter
valutare l’introduzione di una tecnologia sul mercato e nella copertura fornita dal nostro Servizio
Sanitario Nazionale.
In Italia non esistono linee guida uniformi sull’uso di questo strumento. Nel 2009 è stata creata la
Rete Italiana HTA (RIHTA) con lo scopo di sviluppare progetti e supportare iniziative per la
diffusione dell’HTA ma, nonostante ciò, l’HTA non ha nessun ruolo nelle decisioni relative
all’accesso al mercato o alla definizione del prezzo o delle caratteristiche di rimborsabilità di
farmaci, dispositivi medici o altre tecnologie.
Secondo I-Com, molti passi sono stati fatti, a partire dalla creazione di un network Ue per la
cooperazione tra gli Stati Membri sull’HTA, che ha portato alla nascita di strumenti a supporto
dell’armonizzazione e della condivisione dei risultati di queste valutazioni tra i diversi paesi.
“Tuttavia è necessario trovare un’opzione perseguibile a partire dal 2020, anno in cui terminerà il
finanziamento europeo a supporto di tale progetto”, ha affermato Davide Integlia, Direttore Area
Innovazione di I-Com. “Andrebbe almeno armonizzata la parte clinico-medica della valutazione
(cosiddetta REA), lasciando agli Stati Membri libertà per quanto riguarda le valutazioni di impatto
socio-economico. Ogni Stato, inoltre, dovrebbe poter designare un organismo indipendente per la
conduzione dell’HTA a livello nazionale per garantire un più rapido accesso alle tecnologie più
innovative”.