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Medicina
Nuove risorse per la radioterapia oncologica dal Piano Nazionale di Ripresa

Tra le ‘missioni’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, varato dal Governo Draghi, trova spazio l’ammodernamento digitale del parco tecnologico negli ospedali italiani, compresi gli acceleratori lineari, tra i principali strumenti utilizzati per la radioterapia oncologica.

L'investimento di 1,19 miliardi di euro (sui 4,05 totali previsti per questo punto) prevede l’acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico (TAC, risonanze magnetiche, acceleratori lineari, Sistema Radiologico Fisso, angiografi, Gamma Camera, Gamma Camera/TAC, Mammografi, Ecotomografi) caratterizzate da una vetustà maggiore di 5 anni, entro la fine del 2024.

Un importante passo avanti che AIRO – Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica accoglie con grande soddisfazione, perché in linea con l’impegno dell’Associazione nel voler garantire il migliore trattamento di radioterapia oncologica possibile a tutti i cittadini, in maniera equa su tutto il territorio nazionale.

“Siamo molto soddisfatti che nel PNRR sia contemplato l’investimento per  l’ammodernamento tecnologico e digitale, che è un elemento chiave della medicina moderna – dichiara Vittorio Donato, Capo Dipartimento Oncologia e Medicine Specialistiche, Direttore Divisione Radioterapia, AO San Camillo Forlanini di Roma e Presidente AIRO – e soprattutto che siano state diversificate le aree di interesse, tenendo in considerazione non solo le apparecchiature diagnostiche ma anche i macchinari per la radioterapia oncologica. Dopo tanti anni, ci troviamo davanti a un progetto di ammodernamento tecnologico ad ampio spettro sul territorio nazionale, che non è legato alle richieste dei singoli ospedali e che cerca di impostare in modo organico e razionale l’aggiornamento delle apparecchiature. Un cambio di passo radicale, che tende a un importante obiettivo da perseguire quanto prima: rendere disponibili, in modo equo sul territorio nazionale, le apparecchiature più aggiornate per garantire il migliore trattamento radioterapico ai pazienti, alla stregua di quanto già accade con i farmaci oncologici innovativi”.

“L’Associazione Giuseppe Dossetti, fortemente impegnata sul tema della vetustà del parco tecnologico già dal 2017, vuole cominciare a lavorare fin da subito con le istituzioni – spiega Vittorio Sironi, esperto di storia della medicina dell’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: I Valori – Tutela e Sviluppo dei Diritti” – facendo chiarezza sui numeri e sulle modalità di assegnazione dei macchinari sul territorio, e cominciando a gettare le basi per una programmazione futura a lunga scadenza, oltre il 2024 indicato dal PNRR. Il Recovery plan è un’occasione storica per rinnovare il parco tecnologico di strutture e ospedali, ma sarà necessario un approccio innovativo, che punti su programmazione degli investimenti, HTA, professionalità, interdisciplinarietà e visione strategica di politica industriale”.

Al dibattito, introdotto dal Professor Vittorio Donato, Responsabile del Dipartimento High Technology Assessment del Comitato Scientifico dell’Associazione Giuseppe Dossetti, partecipa anche SNR - Sindacato Nazionale Area Radiologica, impegnato nella tutela delle specificità professionali dell’area radiologica (radioterapia, medicina nucleare, diagnostica per immagini e neuroradiologia).

“L’investimento previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’area radiologica è molto rilevante, con dei numeri che sono stati largamente previsti – commenta Corrado Bibbolino, SNR-Sindacato Nazionale Area Radiologica – anche se probabilmente necessitano di un minimo aggiustamento, anche in relazione a quello che è stato fatto negli ultimi mesi da parte delle Regioni e della CONSIP con l’acquisto di macchine di alta tecnologia e di radiologia tradizionale. Altri temi importanti sono l’allocazione di queste attrezzature e come utilizzarle, cioè avere a disposizione sufficiente personale medico formato per sfruttarle al meglio. I medici radiologi neolaureati sono sicuramente in grado di utilizzare le apparecchiature più moderne, ma occorre assumerli: negli ospedali italiani c’è un problema di ricambio generazionale, con un’età media del personale medico di 57 anni, anche in ambito radiologico".

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