Salute e stile di vita: come ridurre il rischio di tumore al seno
L'Associazione Italiana di Oncologia Medica lancia la prima campagna nazionale rivolta alle donne dai 20 anni in su, per favorire corretti stili di vita
“Realizzeremo opuscoli sugli stili di vita sani da veicolare nelle farmacie e negli ambulatori di medicina generale – afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM -. Ogni booklet avrà uno specifico messaggio legato a un singolo stile di vita: lotta al fumo, dieta scorretta, consumo eccessivo di alcol, sedentarietà e sovrappeso. L’eccesso di peso, soprattutto in post menopausa, può aumentare il rischio di tumore del seno perché il tessuto adiposo è la principale fonte di sintesi di ormoni estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. La dieta mediterranea, che ha come caposaldo l’olio extravergine di oliva, ha dimostrato un’efficace azione protettiva. Particolare attenzione va posta anche nei confronti dell’alcol, un vero nemico della salute del seno. Bastano 50 grammi di alcol al giorno, pari a poco più di 3 bicchieri, per determinare un aumento di rischio di cancro della mammella del 50% rispetto a chi non beve”. In Italia, nel 2022, sono stati stimati 55.700 nuovi casi e 834.200 donne vivono dopo la diagnosi. La sopravvivenza a 5 anni è pari all’88% e supera il 90% quando la malattia è individuata negli stadi iniziali.
“Nella prevenzione di questa neoplasia – sottolinea il Presidente AIOM – rientra anche l’autopalpazione del seno, pratica non invasiva che non comporta la presenza del medico e che ciascuna donna, dopo l’adolescenza, può sperimentare su se stessa con grandi risultati in termini di diagnosi precoce. Va effettuata ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale. Eventuali anomalie devono essere subito segnalate al proprio medico. L’autopalpazione è un primo strumento di prevenzione, ma da sola non è sufficiente. Deve essere abbinata, a partire dai 50 anni, a test strumentali più precisi come la mammografia”.
“Questo esame di screening – spiega Lorena Incorvaia, Coordinatrice del Working Group AIOM Giovani – complessivamente nel nostro Paese raggiunge la copertura del 46%, ma va implementato soprattutto in alcune aree, perché si passa dal 63% al Nord, al 48% al Centro per scendere al 23% al Sud. Nel progetto rientra anche l’organizzazione di corsi di formazione rivolti ai medici di medicina generale. L’obiettivo è promuovere un’azione di sanità pubblica anche nei confronti degli altri componenti della famiglia: figli, genitori e mariti. Il progetto prevede anche un sondaggio per fotografare il livello di consapevolezza della popolazione femminile sugli stili di vita sani e l’attivazione di un portale dedicato, un punto di riferimento per tutte le donne con consigli pratici, interviste, best practice, case history, testimonianze dirette delle pazienti. Tutta l’attività avrà un’ampia diffusione sui canali social di AIOM”.
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