Tumori, i radiofarmaci potenti killer contro il cancro
Tumori e radiofarmaci: l'intervista a Stefano Fanti (Policlinico S. Orsola di Bologna)
di Daniele Rosa
'Si allunga la vita, cresce il numero degli anziani e di conseguenza si aumenta pure il numero delle persone che si ammalano di tumori di vario genere. Circa 30 milioni di persone al mondo sono affette da questo tipo di patologie. Al contempo, però, è cresciuta di molto anche la speranza di guarigione o di aspettativa di vita.
Per alcuni tumori come quello alla mammella, al colon retto, alla prostata o per linfomi e melanomi le attuali percentuali di guarigione sono del 70/80% con aspettative di vita intorno ai 7/8 anni.
Grandi risultati ottenuti grazie alla ricerca e al lavoro congiunto di clinici, aziende farmaceutiche, ospedali, centri di ricerca per nuovi farmaci e nuove cure : dalla chemio, alla radioterapia, alla immunoterapia.
E con la prevenzione in un ruolo da coprotagonista in questa battaglia.
In occasione del 13 esimo congresso dell' Associazione Nazionale di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, a Rimini dal 2 al 5 marzo, abbiamo incontrato il prof. Stefano Fanti del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale al Policlinico S.Orsola di Bologna.
Professore, quando sentiamo parlare di medicina nucleare, parliamo di radiazioni buone?
'Più' che radiazioni buone dobbiamo parlare di applicazioni mediche della radioattività'. Ovviamente la parola radioattività non ispira certo sentimenti di confidenza. Tutti noi pensiamo con preoccupazione alla vita quasi eterna di pericolose scorie radioattive. Noi invece operiamo con quantitativi minimi di isotopi radioattivi che hanno una breve “emivita” , chiamati cosi proprio perché rimangono in vita dai pochi minuti a qualche ora'.
Quali i campi di azione di questi radiofarmaci nel trattare i tumori ?
'Principalmente due: la diagnostica per immagini e la terapia. Nel primo caso immettiamo in vena quantitativi traccia (minimi) che vanno a finire grazie a un 'ligando' (una specie di tracciante ) proprio dove c'è un tumore dandoci così la possibilità' di capire ed agire. Nel secondo caso mandando verso le cellule tumorali un isotopo carico di un po' più ' di energia dove è la malattia, possiamo uccidere le cellule tumorali'
Un paio di esempi di tumori su cui è possibile operare in questo modo?
'Il tumore alla prostata , il più' diffuso nei maschi dopo i 60 anni, può' essere operato con la robotica. Purtroppo però può ripresentarsi. Ed allora se vi è una recidiva lo possiamo 'scovare' con il 'ligando' adatto a questa patologia. Quando lo scopriamo decidiamo se curarlo attraverso la radioterapia o la chemioterapia. Analoga azione può' essere fatta se si presenta a livello osseo dove possiamo utilizzare un altro radiofarmaco per colpire le cellule metastatiche'
E gli scenari futuri come si presentano ?
'Queste cure sono già avanzate in Italia, anche se alcune di esse si fanno da soli 4/5 anni e in due o tre centri del paese. Come si è trovato il tracciante specifico per il tumore alla prostata o per altri. stiamo cercando di poter avere specifici traccianti e killer per ogni tumore. E' una guerra difficile ma ,lavorando insieme noi clinici, aziende, centri di ricerca a livello internazionale sono convinto che riusciremo a dare sempre più speranze per guarire o magari 'convivere' con certe malattie che già ora ci spaventano un poco meno'.