"A cena da Silvio con cacio, pepe e l'idea di rivincere Milano"
di Fabio Massa
Pietro Tatarella, capogruppo di Forza Italia a Milano, è reduce dalla cena con Silvio Berlusconi. Ad Affaritaliani.it racconta di un leader pronto alla lotta davanti a un piatto di pasta cacio e pepe: "Abbiamo portato un dossier sull'operato di Pisapia. Ci ha detto che da Milano dobbiamo riconquistare le città perse, visto che De Magistris e compagnia stanno facendo malissimo. Fitto? Ne ha parlato con affetto..." INTERVISTA
Capogruppo Tatarella, iniziamo dalla cena. Che cosa avete mangiato?
Pasta cacio e pepe, parmigianina di melanzane e torta di mele.
E di che cosa avete discusso?
Prima di tutto ci ha raccontato molto nel dettaglio quel che è successo nei mesi della crisi dello spread, con l'arrivo di Monti e del famoso governo tecnico. Giustamente non ha ancora digerito quello che tutti hanno definito un colpo di Stato. Questo è stato il primo argomento toccato. Poi ci ha parlato della situazione internazionale. E' molto preoccupato per quel che sta succedendo sia in Russia sia nella polveriera mediorientale. Ci ha raccontato qualche aneddoto...
Ad esempio?
Ha fatto un discorso molto lungo, spiegando quelle che sono le diverse etnie, che è difficile ricomporre in unità. Di questo se ne accorse anche Bush quando mandò le truppe in Iraq. Da questo punto di vista ci ha fatto pensare che anche la questione della moschea a Milano forse la giunta di Milano la sta affrontando con grande superficialità.
Avrete parlato di Milano 2016, immagino.
Abbiamo presentato al presidente un documento con i dati rilevanti della gestione Pisapia, dalle tasse alla sicurezza. E' rimasto particolarmente colpito dai dati sulla sicurezza che gli abbiamo fatto vedere. Una volta letto questo dossier, quello che abbiamo chiesto al presidente è un interessamento diretto in vista della campagna 2016 e lui è rimasto colpito dal fatto che siamo andati a parlargli un anno e mezzo prima. Generalmente, ha detto, "vengono per una benedizione quattro mesi prima, il fatto che siete venuti a lavorare sui temi mi fa ben sperare".
Ma davvero credete nella riconquista di Milano?
Mettiamola così. Lui ci ha spiegato che di quella famosa ondata di sindaci, a partire da Pisapia e De Magistris, per passare da Marino, non c'è nessuno che sta lavorando bene e la gente se ne è accorta. L'imperativo, ci ha spiegato, è rivincere Milano per poi riconquistare tutti gli altri comuni che ci siamo fatti soffiare.
Avete parlato di persone o profili?
Di persone proprio no. Abbiamo parlato solo del civismo dei nostri candidati, da Albertini alla Moratti. Lui ha detto che adesso ci mette la testa.
E su Salvini?
Abbiamo parlato anche degli alleati. Non è voluto entrare nel dettaglio, semplicemente ha detto che lui parla con tutti e che ancora sono in tantissimi che lo cercano. Ma era molto più concentrato su Forza Italia che sul resto.
Ha parlato anche di Fitto?
Ha parlato con affetto di Fitto. Non ho trovato parole di astio, ha semplicemente detto che ci sono modi e tempi per dire le cose. Di tutti quelli di cui ha parlato, anche di chi non gli ha fatto un bel trattamento come Alfano e quelli di Ncd, lo ha fatto con grande rispetto. Non ho trovato una persona livorosa. Deluso magari, ma non livoroso.
Sulla sua nomina a capogruppo, arrivata dopo un contrasto interno forte, che cosa ha detto?
Sapeva quel che era successo ma non ha fatto commenti.
@FabioAMassa