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Sviluppo di sonde biomedicali innovative, la Lombardia è un passo avanti

Sviluppo di sonde biomedicali innovative, la Lombardia è un passo avanti

Con 800 imprese, 30.000 dipendenti, 49% del fatturato nazionale, non tutti sanno che la Lombardia è leader italiano nel settore dei dispositivi medici. Non c’è da sorprendersi, dunque, se proprio in Lombardia nasce il progetto PFSONDE, il cui obiettivo è quello di sviluppare un’innovativa piattaforma che porti alla realizzazione di sonde di nuova generazione per la rilevazione della pressione in differenti distretti corporei. Un’innovazione in ambito biomedicale che comporta due diversi e importantissimi risultati: benefici per i pazienti e riduzione della spesa pubblica sanitaria, grazie a una migliore efficacia dei trattamenti.

PFSONDE ha come capofila Sidam, una società attiva nella produzione di dispositivi medici, che opera sul progetto in partenariato con CNR-Ismac, l’Istituto per lo studio delle macromolecole del CNR. Coinvolte a diverso titolo ci sono poi diverse PMI innovative lombarde e strutture ospedaliere, fondamentali per la sperimentazione dei dispositivi.

Ci siamo fatti spiegare in cosa consiste il progetto dal dott. Pietro Camurati, Chief Marketing Officer di Sidam. “PFSONDE, come dice il nome, ha una doppia valenza: da un lato c’è la piattaforma, dall’altro le sonde. L’obiettivo è quello di creare una piattaforma tecnologica, fatta di materiali, processi e componenti che consente la produzione di prodotti innovativi, le sonde per l’appunto. Stiamo lavorando in particolare a tre diversi tipi di sonde biomedicali: la prima per la misurazione della pressione intravescicale, la seconda utile nei casi di ileostomia per evitare un secondo intervento chirurgico ricostruttivo, la terza che rileva la pressione all’interno dell’esofago”. A esserne interessate sono soprattutto le persone che hanno sviluppato tumori al retto e i malati in terapia intensiva.

Come nasce l’idea? Semplice, ascoltando le richieste dei medici che ogni giorno hanno a che fare con le problematiche connesse al loro lavoro. E siccome l’obiettivo è l’applicazione nella quotidianità delle scoperte ottenute con la ricerca, la collaborazione sulla sperimentazione diretta con strutture ospedaliere è imprescindibile.

Nel biomedicale i materiali hanno un ruolo fondamentale, ecco perché la partecipazione di CNR-Ismac, in grado di dare un contributo determinate nella realizzazione di dispositivi più efficaci e più sicuri. Un esempio? Si stanno sperimentando degli adesivi che si colorano temporaneamente in certe condizioni per poi tornare trasparenti, che permettono interventi più precisi. Grande rilevanza è stata inoltre data alla messa a punto di materiali antibatterici (sappiamo infatti quanto le infezioni possano essere pericolose in ambito ospedaliero). Queste “super-sonde” permetteranno infatti ai medici di poter controllare in tempo reale tutta una serie di parametri utili per prevenire eventuali rischi, comportando un evidente risparmio in termini di spesa sanitaria.

Non solo, la piattaforma PFSONDE permetterà di aumentare la competitività della filiera biomedicale lombarda e di consentire un avanzamento generale del settore, dal momento che Sidam ha fortemente puntato sulla digitalizzazione dei processi e l’integrazione delle nuove tecnologie.

Gli Accordi per la Ricerca dell’Assessorato alla Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia hanno avuto un ruolo importante. PFSONDE ha infatti potuto contare su un contributo economico di 2.776.000 euro a valere sulle risorse dei fondi europei del POR FESR 2014–2020. Un aiuto che ha fatto la differenza. “Nel settore biomedicale – spiega il dott. Camurati - ogni nuovo progetto equivale a far partire una nuova azienda; praticamente non ci si può permettere di sbagliare. Il tempo e gli investimenti necessari per arrivare a ottenere dei risultati sono davvero significativi. Ecco perché l’opportunità che ci è stata offerta da Regione Lombardia è stata fondamentale. Inoltre, lo spirito del bando va a rafforzare un modo di lavorare efficace basato sulla sinergia tra competenze e strutture diverse, centri di ricerca, aziende e università. Interazione da cui in questo ambito non si può prescindere”. È proprio la collaborazione tra realtà diverse e tra pubblico e privato a rendere speciale il modello Lombardia e PFSONDE è un riuscito esempio di quanto questo modo di operare porti a dei risultati concreti.

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