Al via lo sgombero del Leoncavallo: dopo 31 anni la polizia libera il centro sociale di via Watteau a Milano - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 09:25

Al via lo sgombero del Leoncavallo: dopo 31 anni la polizia libera il centro sociale di via Watteau a Milano

Dopo decenni di rinvii l’ufficiale giudiziario e le forze dell’ordine hanno eseguito lo sfratto. Intanto il collettivo lancia una raccolta fondi per i 3 milioni richiesti

di Giorgio d'Enrico

Dopo 31 anni di occupazione, è scattato lo sgombero del Leoncavallo di via Watteau, storico centro sociale di Milano. L’operazione arriva dopo numerosi rinvii e mentre il collettivo lancia una raccolta fondi per il risarcimento da 3 milioni di euro imposto dal Ministero dell’Interno. Sullo sfondo, il dibattito politico e l’ipotesi di una nuova sede a Porto di Mare.

Al via sgombero del Leoncavallo: dopo 31 anni la polizia libera il centro sociale di via Watteau a Milano

La polizia, insieme all’ufficiale giudiziario, ha eseguito l’ordine di sfratto nei confronti del Leoncavallo, occupato abusivamente dal 1994 in via Watteau. Per oltre trent’anni il centro sociale è stato al centro della vita politica e culturale milanese, con lo sgombero rinviato più volte negli anni.

La richiesta di risarcimento e la raccolta fondi

Il Ministero dell’Interno ha chiesto a Marina Boer, presidente delle Mamme antifasciste del Leoncavallo, un risarcimento di 3 milioni di euro. La cifra corrisponde a quanto lo Stato è stato condannato a versare alla proprietà, l’Immobiliare Orologio della famiglia Cabassi, per i mancati sgomberi. Il collettivo ha così aperto una “Cassa di Resistenza”, alla quale ha aderito anche l’Anpi provinciale di Milano.

Una lunga storia di occupazioni

Il Leoncavallo nasce nel 1975 nel quartiere Casoretto, per poi subire nel tempo vari sgomberi e trasferimenti. Dopo la sede provvisoria in via Salomone, sgomberata nel 1994, il collettivo si è insediato in via Watteau, dove è rimasto per oltre tre decenni fino all’operazione di oggi.

La vicenda ha inevitabilmente acceso il dibattito politico. Avs ha annunciato di voler organizzare al Leoncavallo la propria festa nazionale di settembre, mentre nei mesi scorsi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva promesso a Fratelli d’Italia uno sgombero “imminente”.

L’ipotesi di una nuova sede

Parallelamente si lavora a un’alternativa: un capannone comunale in via San Dionigi, a Porto di Mare. L’associazione Mamme del Leoncavallo ha presentato una manifestazione d’interesse, ma serviranno un bando pubblico e una bonifica per rendere l’area utilizzabile.

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