Amazon chiude con il fisco italiano: accordo da 723 milioni per evitare un contenzioso da tre miliardi - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:54

Amazon chiude con il fisco italiano: accordo da 723 milioni per evitare un contenzioso da tre miliardi

L’intesa con Procura di Milano, Agenzia delle Entrate e Gdf porta Amazon a versare 511 milioni oggi e altri 212 già pagati nei giorni scorsi. La società ha scelto di non affrontare un contenzioso sul maxi-calcolo delle sanzioni

Di Giorgio d'Enrico

Amazon chiude con il fisco italiano: accordo da 723 milioni per evitare un contenzioso da tre miliardi 

Amazon ha definito oggi un accordo con l’Agenzia delle Entrate che prevede il versamento di 511 milioni di euro, cui si sommano 212 milioni già pagati nei giorni scorsi da Amazon Logistica e Amazon Italia Transport. Lo riferisce l’Ansa, precisando che l’importo complessivo che affluirà alle casse dello Stato sarà dunque di 723 milioni, con possibilità di accesso a meccanismi rateali. Le definizioni arrivano al termine delle indagini coordinate dalla Procura di Milano e condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate.

Amazon al bivio: transare o avviare un contenzioso sui 3 miliardi

Secondo il Corriere della Sera, Amazon si è trovata davanti a un bivio: accettare la proposta di transazione elaborata dall’Agenzia delle Entrate — stimata in circa 500 milioni, molto inferiore ai quasi 3 miliardi ipotizzati inizialmente da Procura e Guardia di Finanza tra imposte, interessi e sanzioni — oppure aprire un contenzioso formale dinanzi alla giustizia tributaria. La decisione è arrivata oggi, ultimo giorno utile: Amazon ha scelto di chiudere la partita fiscale con un pagamento immediato, evitando di affrontare un procedimento incerto e potenzialmente lungo.

Il nodo dell’evasione IVA dei venditori extra-UE

La vicenda riguarda in particolare la contestata evasione IVA attribuita a migliaia di venditori non comunitari — in larga parte cinesi — che operavano sulla piattaforma nelle vendite a distanza nel periodo 2019-2021. È su questo fronte che era nato lo scarto fra le stime della Procura e quelle dell’Agenzia delle Entrate.

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Il Corriere ricorda che il punto di svolta risale al 10 settembre, durante una riunione in Procura alla quale parteciparono anche il viceministro dell’Economia Maurizio Leo e il direttore centrale dell’Agenzia Vincenzo Carbone: in quell’occasione l’Agenzia spiegò perché non riteneva sostenibile la quantificazione dei 3 miliardi indicata dagli inquirenti, aprendo così la strada alla definizione odierna.

Gli altri capitoli aperti

Con il pagamento dei 723 milioni si chiude il capitolo fiscale della complessa inchiesta milanese. Restano invece sul tavolo gli aspetti più generali legati alla disciplina delle vendite online, ai controlli sui marketplace e alla responsabilità dei grandi operatori digitali nel contrasto all’evasione dei venditori terzi.

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