Milano
Ambrogini, la consigliera Pd denuncia: "Da Mentana battuta sessista, mi ha lasciato di ghiaccio"
Simonetta D'Amico, consigliera comunale del Pd, racconta l'episodio avvenuto alla consegna degli Ambrogini a Milano. La solidarietà del collega Albiani. Le parole di Mentana

Ambrogini, la consigliera Pd denuncia: "Da Mentana battuta sessista, sono rimasta senza parole"
"La cerimonia per il conferimento delle civiche benemerenze é stata molto bella. Sono state premiate persone e associazioni meritevoli. Però è successa una cosa che mi ha lasciata interdetta a dir poco. Stavamo facendo le foto con Iliass il maratoneta medaglia d'oro, lì vicino c'era anche Mentana anche lui premiato, gli ho detto facciamoci una foto insieme, "lui maratoneta mondiale lei fa le maratone televisive e anche io faccio le maratone". Risposta di Mentana : maratone del sesso. Sono rimasta senza parole e non ho neanche avuto la protezza di rispondere e rimetterlo al suo posto". Così la consigliera comunale Pd, Simonetta d'Amico in un post sui social come riferisce MiaNews.
"Penso che molti uomini soprattutto agè non abbiano ancora capito che certe frasi non sono nè goliardiche, nè simpatiche e incarnarano perfettamente certi sterotipi fortemente sessisti. Al netto di Mentana, la mattinata è andata bene ed è stata una bella pagina di vita della città. Era lì con me Roberta Osculati siamo rimaste 'freezate' da questa frase, ci siamo guardate agghiacciate", ha aggiunto.
Albiani (Pd): "Non è una battuta infelice ma un'espressione sessista"
"Esprimo piena solidarietà alla collega Simonetta D’Amico - ha dichiarato in una nota il collega di partito, Michele Albiani, presidente della Commissione Sicurezza del Comune - per quanto accaduto durante la cerimonia delle benemerenze civiche. La frase che le è stata rivolta da Mentana non è una battuta infelice né una goliardata: è un’espressione sessista, fuori luogo e umiliante, che non dovrebbe trovare spazio in nessun contesto, tantomeno istituzionale. Colpisce che episodi di questo tipo avvengano ancora oggi, in occasioni pubbliche, davanti ad altre persone, e vengano pronunciati con leggerezza, come se fossero normali. Non lo sono. Sono il prodotto di una cultura che continua a minimizzare, giustificare o derubricare parole che in realtà riflettono stereotipi profondamente radicati".
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"Colpisce inoltre - prosegue Albiani - che quanto accaduto arrivi dopo le dichiarazioni pubbliche dello stesso soggetto sui femminicidi degli scorsi mesi che hanno sconvolto Milano e il Paese. Dichiarazioni che avevano già sollevato forti critiche per il modo in cui minimizzavano e banalizzavano un fenomeno strutturale di violenza contro le donne. Non si tratta quindi di un episodio isolato, ma di una visione che si ripete, che emerge nei gesti come nelle parole. A Simonetta va non solo la mia solidarietà personale e politica, ma anche il ringraziamento per aver scelto di raccontare quanto accaduto. Dare un nome alle cose è il primo passo per cambiarle. Il rispetto non è un’opzione e non può dipendere dall’età, dal ruolo o dal contesto. Milano deve continuare a essere una città che non tollera ambiguità o omertà su questi temi. Il lavoro culturale da fare è ancora molto, e riguarda tutti".











