La mappa dei dieci (+3) Paesi in cui in questo momento le persone muoiono di fame: il report a Milano - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 12:05

La mappa dei dieci (+3) Paesi in cui in questo momento le persone muoiono di fame: il report a Milano

Azione contro la Fame ha presentato a Milano le Giornate Contro la Fame, una grande mobilitazione annuale con un unico grande obiettivo: garantire a tutte le persone il diritto al cibo e a un’alimentazione sana, in Italia e nel mondo

Roberto Servio

La mappa dei dieci (+3) Paesi in cui in questo momento le persone muoiono di fame: il report a Milano

Ieri mattina, presso la Triennale di Milano si è tenuto il primo appuntamento legato all’iniziativa: la presentazione della “Mappa delle 10 (+3) principali emergenze alimentari globali”. Il report, integrando i dati dello State of Food Security and Nutrition in the World 2025 (SOFI) e del Global Report on Food Crises 2025 (GRFC), fornisce un quadro completo delle crisi più significative nel mondo. Il documento non si limita ai numeri: raccoglie testimonianze dirette, propone una lettura dai Paesi oggetto di analisi, basata sui progetti di aiuto di Azione Contro la Fame e indica possibili interventi concreti per migliorare le situazioni di crisi.

LA MAPPA DELLE 10 (+3) EMERGENZE ALIMENTARI GLOBALI: SCARICA IL REPORT


La mappa analizza i dieci Paesi con il maggior numero di persone in insicurezza alimentare acuta (IPC Fase 3 o superiore): Nigeria, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Myanmar e Siria. Qui si concentrano oltre 196 milioni di persone che soffrono la fame acuta, due terzi del totale mondiale. A questa analisi si aggiungono tre contesti particolarmente critici perché combinano un’elevata incidenza della fame e un rischio concreto di carestia (IPC Fase 5): la Striscia di Gaza, il Sud Sudan e Haiti. 

Cosa emerge dal report

Alcuni aspetti comuni delineano la natura e l’evoluzione delle crisi alimentari nel mondo:
1) Concentrazione: la fame acuta si concentra in pochi Paesi.
2) Gravità: le persone in fase di carestia (IPC Fase 5) sono in aumento.
3) Fattori interconnessi: in tutti i contesti analizzati sono presenti, con intensità diverse, conflitti armati, eventi climatici estremi, shock economici e disuguaglianze strutturali.
4) Istituzioni fragili: le crisi più gravi esplodono nei contesti in cui le istituzioni politiche e sociali sono più esposte.
5) Ostacoli all’accesso umanitario: le violenze, le restrizioni burocratiche, gli attacchi agli operatori umanitari e le difficoltà politiche ostacolano gravemente l’accesso agli aiuti, aggravando ulteriormente la situazione di emergenza.
6) Malnutrizione infantile: nei 13 contesti analizzati, quasi 30 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta. Di questi, circa 8,5 milioni sono in forma grave e sono particolarmente esposti a rischio di mortalità.
Resilienza delle comunità più vulnerabili: la determinazione nelle situazioni di emergenza e la capacità di adattamento nei programmi di costruzione dell’autonomia sono un elemento chiave che aiuta ad evitare il peggio e a nutrire la speranza di un futuro migliore.

“In tutti questi contesti noi di Azione Contro la Fame lavoriamo da anni. I tagli ai finanziamenti, le barriere all’intervento umanitario e la mancanza di sicurezza interrompono le catene di approvvigionamento e rallentano le operazioni umanitarie, compromettendo la distribuzione di aiuti salvavita.” - commenta Garroni – “Non è il momento di effettuare tagli. È il momento di garantire finanziamenti adeguati e accesso umanitario”.

Due storie della mappa: Nigeria e Gaza   

“Mi chiamo Zuwaira Shehu e vivo in un piccolo villaggio nello Stato di Sokoto, in Nigeria. La vita qui è dura: il cibo non basta e l’acqua non è pulita, così i bambini si ammalano spesso. Ho perso cinque figli nello stesso mese. Anni dopo sono diventata di nuovo madre, ma anche la mia bambina si è ammalata. Era debole e temevo la stessa sorte. Gli operatori l’hanno accolta e curata gratuitamente. Dopo due giorni, ha riaperto gli occhi e pochi giorni dopo siamo potute tornare a casa. È stata la prima paziente guarita in questa clinica” racconta Zuwaira, assistita nella clinica locale nello Stato di Sokoto.

“Cerco altre parole, ma non credo possano davvero esprimere ciò che abbiamo vissuto. Abbiamo perso familiari, cugini, amici e i luoghi che amavamo esistono ormai solo nei nostri ricordi. Le nostre vite di prima della guerra sembrano dimenticate per sempre” narra un residente sfollato nel nord di Gaza.

Gli appuntamenti delle Giornate Contro la Fame

Nel mese di novembre 2025 presso la Camera dei Deputati sarà presentato l’“Atlante della Fame in Italia”, un report sull’insicurezza alimentare, l’accesso al cibo e le politiche di welfare nel nostro Paese realizzato in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare (Laboratorio di ricerca e informazione dell’Università degli Studi di Milano) e ISTAT. Anche nel nostro Paese, infatti, oltre 1,5 milione di persone nell’ultimo anno hanno vissuto momenti o periodi in cui non avevano risorse economiche sufficienti per acquistare il cibo necessario e quasi 5 milioni non hanno accesso a una alimentazione adeguata.

Dal 16 ottobre al 31 dicembre 2025 andrà in onda una campagna nazionale con la partecipazione di Miriam Candurro, Germano Lanzoni e Giorgio Pasotti, diffusa sui principali media offline e online, con spot TV, iniziative di comunicazione e contenuti sviluppati insieme a divulgatori e content creator.

La mobilitazione di aziende e fondazioni

Le Giornate Contro la Fame sono sostenute da una vasta rete di partner, tra cui Capgemini, Cielo e Terra, Radio Deejay e Radio Capital, EDUCatt, Ferrari Trento, FIPE, Fondazione Conad, Fondazione De Agostini, Fondazione SNAM, Gastronomika, Gruppo Enercom, Metro Italia, Michelin Italiana, Reporter Gourmet, Sole365, Surgiva, The Fork e Ticketmaster Italia. Una collaborazione che dimostra come la lotta contro la fame richieda l’impegno condiviso di imprese, istituzioni e cittadini, in un’ottica di corresponsabilità e impegno globale.

Tajani: "Gaza, Italia in prima linea nell'assistenza sanitaria"

All’evento di ieri mattina ha partecipato anche il vicepresidente del Consiglio, ministro degli esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani che ne suo messaggio ha detto: “Questo appuntamento si tiene in una giornata speciale. L’accordo raggiunto in Egitto per l’applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente degli Stati Uniti è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e il rilancio dell’accesso umanitario. L’Italia è in prima linea nell’assistenza umanitaria. Dall’inizio del conflitto abbiamo portato nella Striscia 2400 tonnellate di aiuti umanitari alimentari e sanitari, e abbiamo portato in Italia duecento bambini di Gaza per curarli nei nostri ospedali".

E sul contesto globale: "L’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli senza precedenti a causa delle guerre, degli eventi meteorologici estremi, della desertificazione e dell'erosione del suolo: problemi interconnessi che richiedono risposte coordinate e concrete. L'Italia è in prima linea in questo impegno. Siamo il primo Paese in Europa ad aver avviato la ricerca per la creazione di piante resistenti alla siccità e che necessitano di meno fitofarmaci"

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