Battaglia sulla Sea Handling, la Cub: "Pronti a riaprire le trattative"
di Fabio Massa
La vicenda Sea Handling si è complicata moltissimo, dopo la bocciatura del piano nel referendum interno all'azienda. Una brutta grana per il presidente Modiano, ma anche per i sindacati confederali che avevano supportato l'accordo. L'unico a gioire è il Cub Trasporti, che ad Affaritaliani.it, per bocca di Antonio Amoroso, membro della segreteria, spiega: "Siamo pronti a trattare su sacrifici solo di start up. I lavoratori hanno votato così perché le condizioni oggettive sono peggiorate". L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Pare proprio che siano tutti molti arrabbiati per l'esito del referendum...
Quello che colpisce non è il fatto che sono tutti arrabbiati. Ma il problema è il sindacato confederale che fa un referendum, lo perde e poi accusa noi di essere dei demagoghi. Non è che dice: "L'azienda è costretta a riaprire la trattativa e noi siamo pronti a sederci al tavolo". La verità è che questa cosa di Sea Handling fa acqua nel merito e nel metodo.
Facciamo un passo indietro: c'è l'accordo dei tre sindacati maggiori, quello del Comune di Milano che è di sinistra, quello del presidente Modiano. Insomma, sono tutti d'accordo e solo voi contro. Non è che sbagliate voi? E come avete fatto a vincere il referendum?
Le condizioni oggettive sono peggiorate. Iniziamo a dire che c'è una perdita occupazionale: si sostituisce chi è stato incentivato all'esodo con lavoratori interinali per oltre 500 persone. Poi c'è stato un peggioramento da tutti i punti di vista. La situazione è questa: il modello che sta adottando la Sea è quello di Alitalia. Con la minaccia del fallimento, più o meno dovuto, si vogliono colpire i lavoratori. La gente che lavora negli aeroporti italiano lo sa che il traffico passeggeri è aumentato del 10,3 per cento.
Insomma, la vostra tesi è che le cose non vanno male ma...
...ma i guadagni non vengono ridistribuiti sui lavoratori, che continuano ad essere vittime di processi di ristrutturazione al ribasso. I contratti di settore sono fermi dal 2011.
Che cosa succede adesso?
Noi riteniamo che si debba riaprire il tavolo di confronto. Immediatamente. Qui il problema è che dovrebbero fare un passo avanti anche i vertici istituzionali e chiedere il parere dei lavoratori. I sindacati confederali dovrebbero scemare la rabbia.
Quali sono i punti sui quali vorreste trattare?
Mettimola così. Se ci viene assicurato che i sacrifici sono per una prima fase di start up, noi possiamo anche ragionare. Ma che la flessibilità e gli altri sacrifici non siano per sempre.
@FabioAMassa