Milano
Bergamo: adescava donne online, poi le narcotizzava e le violentava filmando tutto per ricattarle
Il 34enne conservava il materiale per ricattare le vittime e ottenere nuovi incontri o per dissuaderle dal denunciare

Bergamo: adescava donne online, poi le narcotizzava e le violentava filmando tutto per ricattarle
Grazie a un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo, è stato arrestato un 34enne residente in città accusato di violenza sessuale aggravata, atti persecutori, violenza privata e cessione di sostanze stupefacenti. L’uomo, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Bergamo, adescava le sue vittime su siti di incontri utilizzando identità fittizie, presentandosi con nomi e profili falsi per ottenere la loro fiducia.
Le denunce di due donne che avevano frequentato il 34enne hanno dato origine all’inchiesta. Durante gli incontri, l’uomo avrebbe somministrato farmaci oppioidi alle vittime, narcotizzandole e riducendone la lucidità per poi abusarne durante lo stato di incoscienza. Secondo gli investigatori, avrebbe inoltre ripreso e fotografato le violenze, conservando il materiale per ricattarle e ottenere nuovi incontri o per dissuaderle dal denunciare.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno eseguito una perquisizione domiciliare nell’abitazione dell’indagato, nel mese di febbraio. Sono stati sequestrati diversi dispositivi informatici, di cui è stata effettuata una copia forense, e alcuni farmaci oppioidi, prescritti a un familiare per motivi terapeutici. L’analisi dei dispositivi ha confermato che l’uomo era solito somministrare narcotici a scopo di abuso, documentando gli episodi con foto e video poi utilizzati per minacce e ricatti.
Le bevande, gli oppiodi e le lesioni
Le testimonianze raccolte indicano che le vittime, dopo aver bevuto bevande preparate dall’uomo, perdevano conoscenza e si risvegliavano con sintomi compatibili con l’assunzione di oppioidi e lesioni traumatiche. Le prove acquisite hanno evidenziato la pericolosità sociale dell’indagato, che avrebbe continuato a contattare e minacciare le donne anche dopo l’avvio del procedimento a suo carico.
Alla luce del quadro indiziario, il Gip del Tribunale di Bergamo, su richiesta del pool specializzato della Procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo inadeguate misure meno restrittive. Dopo le formalità di rito, il 34enne è stato trasferito nella Casa circondariale di Bergamo, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.











