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Besozzi, Strabag e Pedemontana: la polpetta avvelenata per Fontana
Paolo Besozzi e Attilio Fontana

Besozzi, Strabag e Pedemontana: la polpetta avvelenata per Fontana

Paolo Besozzi è un manager di lungo corso. Maroniano di ferro, è salito agli onori delle cronache più volte. Come Affaritaliani.it Milano ce ne siamo occupati spesso. Asceso al soglio del potere infrastrutturale, lui - ingegnere di Gavirate - ha di fatto rappresentato il cambiamento dopo gli anni ciellini di Antonio Rognoni. Su Besozzi si è scritto tanto. Dai pignoramenti ai ricorsi delle cooperative, dalla battaglia sulla sua nomina in Milano Serravalle alle mille polemiche. Di fatto, tuttavia, Besozzi è risultato inamovibile. Letteralmente inamovibile. Nella coppia formata con la presidente Maura Carta, donna vicinissima all'europarlamentare Stefano Maullu - passato recentemente da Forza Italia a Fratelli d'Italia, Besozzi è stato più volte attaccato ma mai ha ceduto di un millimetro. La politica regionale di maggioranza lo ha costantemente protetto. Fino ad oggi. Qualche giorno fa, infatti, Andrea Mentasti - l'uomo del presidente Fontana incaricato di cercare di capirci qualcosa nel guazzabuglio Pedemontana - come ha riferito il Corriere della Sera, ha mandato un segnale chiaro e forte di discontinuità.

La Serravalle ha infatti contestato al direttore generale, che è pure ingegnere civile, di aver mantenuto a rischio per quattro anni senza intervenire un ponte della tangenziale che era invece ammalorato. "Parte da qui la «contestazione disciplinare» con la quale il 27 dicembre scorso l’ amministratore delegato, Andrea Mentasti, imputa a Besozzi «gravi negligenze, imperizia e colpevole inerzia che avrebbero potuto portare a gravissime conseguenze per l’utenza di quel tratto autostradale, oltre che a comportare pesanti riflessi nei rapporti della società con il concedente» in caso di incidenti", scrive il Corriere. Lui, Besozzi, come suo solito ribatte punto su punto "nella consapevolezza della loro assoluta inutilità attesa la decisione (di licenziamento, ndr.) che lei ha già assunto, in spregio di qualunque norma giuridica e contrattuale, delle regole e di correttezza e buona fede e, mi sia consentito, anche delle tutela finanziaria dell’azienda". Che cosa intende Besozzi? Perché lega la tutela finanziaria dell'azienda alla propria permanenza?

La questione, ovviamente, pare assai laterale rispetto alla vicenda del ponte. Ma non lo è affatto. Anzi, per capirne la portata: è qualcosa che potrebbe mandare in rovina la società. Paolo Besozzi è il preciso interprete di una linea strategica nei confronti della vicenda tra la Regione e Strabag. Una vicenda lunghissima. Riassumendo: la società austriaca vince la costruzione del secondo lotto per 1,7 miliardi. Ma poi Strabag chiede extracosti per oltre 300 milioni. Qualche domanda: chi ha fatto il bando? Come? Era corretto? Se non era corretto qualcuno ha pagato per l'errore?

Inizia un tira e molla tale che alla fine Serravalle risolve il contratto con Strabag, che però fa causa. Besozzi è di quelli che non vuole alcun accordo né mediazione con Strabag. A questo punto la vicenda si ingarbuglia e lo scontro diventa durissimo. Strabag infatti fa una causa il cui valore supera quello dell'infrastruttura che si dovrebbe completare: motivo per cui chiede di diventarne proprietaria. Una mossa che ovviamente la Regione non può accettare, dopo il miliardo e 200 milioni di soldi pubblici stanziati per un'opera che dovrebbe rimanere pubblica e non privata. Ovviamente la Regione si oppone (tramite Serravalle), e si finisce davanti a più tribunali. Il punto adesso è semplice, però. O si arriva a una composizione della questione, e l'opera parte. Oppure si arriva a uno scontro totale, e allora per prima cosa la Regione dovrebbe escutere la fidejussione multimilionaria. Insomma, un pasticcio per il quale, oltre alla risoluzione, bisognerebbe andare ad indagare i responsabili (che sono precisamente i vertici di tutte le aziende e gli enti coinvolti). Torniamo al ponte e alla vicenda del Corriere: quando oggi Besozzi evoca la "tutela finanziaria dell'azienda" parla precisamente di questo: della vicenda Strabag. Forse la più grande polpetta avvelenata lasciata dagli uomini di Maroni ad Attilio Fontana, frutto di faciloneria, incompetenza e soprattutto mancate scelte da parte dei vertici regionali.

fabio.massa@affaritaliani.it

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