Campari, maxi-sequestro da 1,29 miliardi: "Ma riguarda la holding Lagfin, non il Gruppo" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 08:19

Campari, maxi-sequestro da 1,29 miliardi: "Ma riguarda la holding Lagfin, non il Gruppo"

La Procura di Monza sequestra azioni Campari per 1,29 miliardi. La società chiarisce che il provvedimento non coinvolge né Davide Campari-Milano né il Gruppo Campari: "Disputa è tra Lagfin e l’amministrazione finanziaria"

Di Giorgio d'Enrico

Campari, maxi-sequestro  da 1,29 miliardi: "Ma riguarda la holding Lagfin, non il Gruppo"

Il Gruppo Campari interviene per chiarire la propria posizione dopo la diffusione di notizie sul sequestro di azioni per un valore di 1,29 miliardi di euro eseguito dalla Guardia di Finanza di Milano. In una nota, la società precisa che "il sequestro di azioni per 1,29 miliardi di euro riguarda la holding lussemburghese Lagfin e non il gruppo da essa controllato". Il gruppo aggiunge di voler "fare chiarezza in merito ad articoli di stampa relativi al contenzioso tra Lagfin e l’amministrazione finanziaria", sottolineando che "la disputa non riguarda Davide Campari né il gruppo Campari". La nota si chiude con una puntualizzazione netta: "Ergo, non vi è alcuna conseguenza né per Davide Campari-Milano né per il Gruppo Campari".

Il sequestro disposto dalla Procura di Monza

Secondo quanto riferito dall’Ansa, il provvedimento di sequestro preventivo è stato disposto nell’ambito di un’indagine della Procura di Monza, guidata da Claudio Gittardi e coordinata dal pm Michele Trianni. L’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, ipotizza il reato di "dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici" a carico della holding lussemburghese Lagfin e dei suoi rappresentanti legali.

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L’indagine ha preso avvio da una verifica fiscale svolta tra il 2023 e il 2024 nei confronti della filiale italiana della holding. Al centro della contestazione vi sarebbe la mancata dichiarazione di plusvalenze per oltre 5,3 miliardi di euro, maturate nel 2019 durante un’operazione di "fusione per incorporazione" con Alicros, la storica cassaforte della famiglia Garavoglie e detentrice del pacchetto di maggioranza di Davide Campari-Milano.

Non versate le imposte dovute al momento della fusione

Secondo gli accertamenti, al momento della fusione non sarebbero state versate le imposte dovute sull’"exit tax", cioè la tassazione che si applica quando un’attività viene trasferita fiscalmente all’estero. L’importo sequestrato — pari a 1.291.758.703,34 euro — corrisponde all’imposta non versata e rappresenta circa il 16% del capitale della società quotata.

Il sequestro è stato integralmente eseguito sulle "azioni ordinarie" di Davide Campari-Milano detenute da Lagfin, che possiede il 51,8% del capitale. Al momento della chiusura della seduta di Borsa del 31 ottobre, il titolo Campari ha registrato un prezzo di 6,03 euro per azione, per una capitalizzazione complessiva di oltre 7,4 miliardi di euro.

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