Milano
Chi è e cosa ha rivelato Gianni Bruscagin, il nuovo supertestimone del caso Garlasco
L'uomo ha deciso di uscire allo scoperto dopo 18 anni alle Iene. Secondo la sua versione, Stefania Cappa sarebbe stata vista con un borsone a Tromello il giorno del delitto. Lo scambio di accuse con l’avvocato della famiglia Poggi e i verbali già acquisit

Gianni Bruscagin (da Le Iene)
Chi è e cosa ha rivelato Gianni Bruscagin, il nuovo supertestimone del caso Garlasco
Dopo anni di silenzio, il “supertestimone” del caso Garlasco ha un nome e un volto: Gianni Bruscagin, ex conoscente dell’avvocato Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi. L’uomo ha deciso di mostrarsi pubblicamente per raccontare la sua versione dei fatti, già raccolta in due verbali ora agli atti della nuova inchiesta condotta dalla Procura di Pavia. A portarlo allo scoperto sarebbe stata – secondo quanto riferito a Le Iene – la reazione dello stesso Tizzoni, che lo avrebbe "pubblicamente diffamato" dopo la messa in onda della sua testimonianza anonima settimana scorsa.
“Vidi Stefania Cappa con un borsone la mattina del delitto”
Il racconto ruota attorno a quanto Bruscagin avrebbe appreso il 13 agosto 2007, giorno in cui fu uccisa Chiara Poggi. Secondo la sua testimonianza, riportata a Tizzoni già all’epoca dei fatti, una donna conosciuta in ospedale gli avrebbe riferito di aver visto una delle cugine della vittima, Stefania Cappa, in bicicletta e in stato di agitazione, diretta verso la casa della nonna a Tromello, con un pesante borsone. Una zona non lontana dal canale dove, nelle scorse settimane, sono stati ritrovati alcuni oggetti al vaglio degli investigatori. Bruscagin ha mostrato anche i foglietti su cui, 18 anni fa, avrebbe annotato i dettagli della testimonianza, “per non dimenticare”.
Lo scontro con l’avvocato della famiglia Poggi
Il supertestimone sostiene di essere stato contattato dallo stesso Tizzoni pochi giorni dopo il delitto. "Ci conoscevamo da tempo, mia madre lavorava per la sua", ha spiegato a Le Iene. Secondo lui, l’avvocato gli avrebbe chiesto di aiutarlo e, ricevuta l’informazione su Stefania Cappa, gli avrebbe detto di non andare dai carabinieri, perché “c’era già un’indagine in corso e non si poteva aprire un altro fronte”. Tizzoni, però, ha smentito categoricamente: “Lo conosco da quando sono nato. Era una delle tante persone che mi cercarono proponendo ipotesi senza riscontri. Gli dissi di andare dai carabinieri, cosa che mi risulta abbia fatto”.
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L'altra testimonianza (ritrattata) su Stefania Cappa in bici con un attizzatoio
La versione di Bruscagin si collega a quella di Marco De Montis Muschitta, ex dipendente dell’Asm, che il 13 agosto 2007 stava ispezionando tombini a Garlasco. In un verbale di allora – poi ritrattato – disse di aver visto proprio Stefania Cappa su una bici nera, con un attizzatoio in mano, mentre si dirigeva a zig zag vicino alla villetta dei Poggi. L’uomo è stato recentemente riascoltato dai carabinieri. La convergenza tra le due testimonianze ha riacceso l’interesse degli inquirenti su piste finora mai approfondite.
Nuove indagini in corso a Pavia
Nel frattempo, la Procura di Pavia prosegue la revisione degli elementi del caso con un metodo ormai consolidato: recuperare indizi non repertati, riaprire l’analisi di vecchie prove, e disporre nuove consulenze tecniche. Tra le ipotesi, quella di riesaminare alcune impronte trovate nella villetta, come quella della suola “Frau” e le tracce rilevate sul tappetino.
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