Como, maxi truffa sul Superbonus 110%: sequestrati beni per oltre 3 milioni di euro, 12 indagati - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 09:33

Como, maxi truffa sul Superbonus 110%: sequestrati beni per oltre 3 milioni di euro, 12 indagati

False ristrutturazioni tra Como e Varese, crediti fiscali fittizi e ville di lusso: nei guai 12 indagati tra imprenditori, un architetto e un commercialista

di Roberto Servio

Un’impresa edile della provincia di Como è finita sotto sequestro preventivo per oltre 3 milioni di euro dopo un’indagine della Guardia di Finanza che ha svelato una maxi frode legata al Superbonus 110%. Tra i reati contestati: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, uso di fatture false e falsità ideologica. Dodici le persone indagate, coinvolti anche un architetto lecchese e un commercialista napoletano. Sotto sequestro ville, appartamenti e liquidità per un valore complessivo superiore a 1,5 milioni.

Superbonus 110%, maxi frode a Como: sequestrati beni di lusso e crediti fiscali fittizi

Oltre 3 milioni di euro sequestrati e dodici persone iscritte nel registro degli indagati: è il bilancio di una complessa indagine della Guardia di Finanza di Como, coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha portato alla luce una maxi truffa legata ai bonus fiscali edilizi, in particolare al Superbonus 110%.

Al centro dell’inchiesta, un’impresa comasca attiva nel settore edile, che negli ultimi anni aveva registrato un'impennata sospetta del volume d’affari. L’azienda dichiarava di aver effettuato numerosi interventi di ristrutturazione tra le province di Como e Varese, offrendo ai committenti sconti in fattura finanziati con risorse pubbliche. In cambio, maturava crediti d’imposta che poi monetizzava per oltre 8 milioni di euro attraverso vari istituti bancari.

Truffa superbonus a Como: lavori mai eseguiti o realizzati in minima parte

Tuttavia, molti dei lavori dichiarati non sarebbero mai stati eseguiti o sarebbero stati realizzati solo in minima parte. A certificare la regolarità delle opere era un architetto della provincia di Lecco, ora accusato di aver redatto false asseverazioni. Il meccanismo fraudolento sarebbe stato orchestrato anche con il supporto di un commercialista napoletano, che avrebbe contribuito a far emergere ulteriori elementi illeciti: l’uso sistematico di fatture per operazioni inesistenti, per un totale di oltre 3,3 milioni di euro. Queste fatture fittizie servivano a ridurre il reddito imponibile della società e a generare crediti IVA non dovuti, aumentando il guadagno illecito.

Il Gip del Tribunale di Como ha accolto la richiesta della Procura disponendo un sequestro preventivo pari a circa 3,1 milioni di euro, corrispondente al profitto illecito dei reati contestati: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica in certificati e dichiarazione fraudolenta mediante uso di documentazione falsa.

Durante le operazioni di sequestro, le Fiamme Gialle hanno congelato beni immobili per oltre 1,5 milioni di euro, tra cui due eleganti abitazioni in provincia di Napoli e due ville situate nelle province di Como e Lecco. Sequestrate anche disponibilità liquide per circa 250 mila euro.

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