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Covid, in Lombardia 3.310 nuovi casi, decessi + 38, tasso di positività 6,5%
(fonte IPA)

Covid, in Lombardia 3.310 nuovi casi, decessi + 38, tasso di positività 6,5%

Coronavirus in Lombardia, questi i dati di oggi, 24 febbraio: tamponi effettuati: 50.268 (di cui 34.159 molecolari e 16.109 antigenici) totale complessivo: 6.468.315; nuovi casi positivi: 3.310 (di cui 127 'debolmente positivi'); guariti/dimessi totale complessivo: 503.152 (+2.762), di cui 3.509 dimessi e 499.643 guariti; in terapia intensiva: 406 (-2); ricoverati non in terapia intensiva: 3.946 (+29); decessi, totale complessivo: 28.184 (+38). 

I nuovi casi per provincia: Milano: 773 di cui 333 a Milano città; Bergamo: 207; Brescia: 901; Como: 260; Cremona: 83; Lecco: 80; Lodi: 45; Mantova: 104; Monza e Brianza: 274; Pavia: 200; Sondrio: 11; Varese: 273.

Vaccini: Bertolaso, siamo in tempo di guerra servono più dosi

In prima linea per la rimodulazione del Piano vaccinale anche Guido Bertolaso, chiamato dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dalla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti per il coordinamento della campagna di somministrazione dei sieri anti-Covid.

"Stiamo passando per la fase più importante, l'attuazione - ha sottolineato Bertolaso. Il nostro impegno è rimodulare, adottando nuove strategie rispetto alle linee guida degli ultimi 12 mesi, fondate sulle chiusure forzate come strumento di prevenzione, ma non possiamo sempre e solo inseguire il virus. Per questo, abbiamo immaginato qualcosa di diverso. Interveniamo, con tempestività, anche a seguito di quanto accaduto in provincia di Brescia".

"Con grande umiltà - ha detto ancora Bertolaso - stiamo verificando se anche da noi è replicabile l'esperienza fatta in Gran Bretagna e in Israele".

"Non possiamo vaccinare tutti gli abitanti dei comuni in cui si registrano nuovi focolai - ha spiegato - purtroppo questo non può avvenire perché ci mancano i vaccini. La Lombardia sta riducendo anche le scorte dei perché riteniamo sia il caso di scendere sotto il 30%, stabilito dalle linee del Governo, perché bisogna vaccinare".

Il responsabile del Piano Vaccini in Lombardia ha poi ribadito che "siamo in tempo di guerra: la variante inglese non si sta diffondendo solo in provincia di Brescia, bisogna rallentarla".

Tra domani e venerdì mattina, inizieranno le vaccinazioni degli abitanti dei territori di 15 Comuni in provincia di Bergamo e 8 in provincia di Brescia tra i 60 e gli 80 anni, oltre agli over 80 già previsti, "come avvenuto positivamente in Israele" chiosa Bertolaso.

La priorità sarà data agli over 80, poi alla fascia d'età dai 60 ai 79 anni.

Saranno coinvolti i cittadini di Roccafranca, Rudiano, Urago d'Oglio, Pontoglio, Palazzolo sull'Oglio, Capriolo, Paratico, Iseo.

In provincia di Bergamo i Comuni coinvolti sono: Adrara San Martino, Calcio, Castelli Calepio, Cividate al Piano, Credaro, Gandosso, Palosco, Predore, Pumenengo, Sarnico, Tavernola bergamasca, Telgate, Torre Pallavicina, Viadanica, Villongo.

Saranno vaccinate 30.000 persone.

Chiuduno e Antegnate (BG), Chiari e Iseo per Brescia sono i 4 centri massivi individuati per velocizzare la campagna.

In questa area saranno vaccinate tra le 4 e le 5.000 persone al giorno, quindi in una settimana sarà completata la somministrazione nei territori più a rischio.

In conferenza stampa è intervenuto anche l'assessore al Territorio e Protezione civile della Regione Lombardia Pietro Foroni.

"All'interno di questa delibera la parte che per me più è importante - ha sottolineato - è che viene ratificata la linea di comando a livello di sistema di Protezione civile che nel nostro mondo è qualcosa di fondamentale".

"Una linea di comando - ha proseguito - già applicata sia nella prima fase dell'emergenza ma anche in questo primo inizio di piano vaccinale a seguito delle riunioni che già abbiamo tenuto con tutti i rappresentanti del mondo del volontariato e di Protezione civile con i sindaci e con le Province".

"La funzione di Protezione civile regionale - ha chiosato - è infatti delegata storicamente alle Province e quindi è proprio prevista una catena di comunicazione fra l'autorità sanitaria locale, l'Ats e il responsabile provinciale di Protezione civile che viene individuato in modo da avere una organizzazione coordinata, programmata e organizzata sul territorio a seconda delle varie esigenze".

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