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Milano
Da Riccanza ai salotti tv: Tommaso Zorzi sorprende tutti

Da Riccanza a Pechino Express  fino ai salotti televisivi. Tommaso Zorzi, in predicato di guidare un programma tutto suo, si è fatto notare per come riesce ad affrontare gli studi televisivi al di là del ruolo che gioca in commedia. Se l’avventura nel mondo dello spettacolo - come ha raccontato più volte lui stesso - è iniziata per caso, Tommaso non è uno che perde tempo e da quel momento ha saputo ritagliarsi un suo spazio, che è andato ben oltre il mondo dei reality.

Una vera e propria scoperta, ecco perché non deve sorprendere che sempre più spesso venga chiamato come ospite in diversi programmi tv. Ma non chiamatelo opinionista. Non è un ruolo che si sente di ricoprire, almeno non a tutti i costi: “Mi posso definire opinionista solo se ho qualcosa da dire, non sono disposto ad andare a dire la mia a prescindere. Tante volte - sottolinea Tommaso - ho detto di no ad inviti, anche da parte di trasmissioni e conduttori importanti, se erano su argomenti che non sentivo miei”. Cosa non gli piace di alcuni programmi tv? “Il pollaio”, spiega divertito:  “Non credo nella lite, non vado per far casino o fare a gara a chi urla più forte. Magari avrei anche più visibilità, ma non ritengo sia d’aiuto al dibattito. Intervengo quando conosco l’argomento di cui parla”.

Zorzi è stato ospite dell’ultima puntati di “Non è l’arena” di Giletti, dove si parlava, tra le altre cose, della polemica legata alla canzone “Rolls Royce” di Achille Lauro, presentata al Festival di Sanremo che si è concluso da poco. 

Secondo alcuni infatti il testo conterrebbe un incitamento all'utilizzo di stupefacenti. Rolls Royce in questo caso sarebbe infatti il nome con cui viene definita una pasticca di ecstasy e non la famosa automobile simbolo di lusso. Il cantante ha però in più occasioni spiegato che la sua “Rolls Royce” si rifà allo status legato alla macchina e non alla droga. Stesso parere condiviso, appunto, da Zorzi: “Mi è sembrata una polemica fuori luogo, senza senso quella su Rolls Royce, anche perché parto dal presupposto che un’artista non debba giustificare i suoi testi. Ragionando così non avremmo avuto alcune canzoni di successo di Vasco, Eric Clapton o Lou Reed”.

Tommaso è intervenuto anche sulla polemica legata alla canzone vincitrice di Sanremo, “Soldi”. Non tanto per il brano di Alessandro Mahmood, quanto per il suo essere figlio di padre egiziano, che molti hanno utilizzato per speculazioni politiche.  Mahmood è nato e cresciuto in Italia, a Milano e lui stesso ha sottolineato che è e si sente italiano al 100%.  Secondo Zorzi “strumentalizzare in questo modo la canzone è uno schifo ed è totalmente lontano dal mio modo di essere”. A Sanremo si vince “per la voce e per la canzone, non può diventare tutto una strumentalizzazione politica”.

Per quanto riguarda lui, Tommaso non vuole sbottonarsi sui progetti futuri, ma rivela solamente che presto lo rivedremo in tv.

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