Milano
De Maria, il femminicidio del 2016 per il quale stava scontando 14 anni di carcere
Nel 2016 Emanuele De Maria uccise la 23enne Oumaima Rache sgozzandola. Fuggì in Germania per evitare l'arresto. Poi l'estradizione ed il percorso riabilitativo a Bollate. Sino al nuovo tragico femminicidio

De Maria, il femminicidio del 2016 per il quale stava scontando 14 anni di carcere
Le 48 ore di follia omicida di Emanuele De Maria a Milano hanno acceso i riflettori sui criteri e le modalità dei permessi concessi a detenuti con precedenti gravissimi proprio come il 35enne che lo scorso weekend ha ucciso Chamila Wijesuriya ed ha tentato di assassinare anhe il collega Hani Nasr, che si frapponeva alla loro relazione. Già detenuto a Bollate, lavorava all'Hotel Berna grazie ai permessi di uscita del carcere. E in virtù del suo ottimo percorso in carcere, avrebbe presto chiesto la semilibertà. Nonostante appena nove anni fa avesse ucciso brutalmente un'altra donna, Oumaima Rache. Un fatto di sangue che oggi torna inevitabilmente alla ribalta. Ecco cosa accadde nel 2016.
De Maria e il delitto del 2016, poi la fuga in Germania
Il 31 gennaio di nove anni fa l'allora 26enne Emanuele De Maria, originario di Napoli, uccise sgozzandola Oumaima Rache, prostituta tunisina di 23 anni, nei pressi dell’ex hotel Zagarella di Castel Volturno. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Mondragone, presero avvio grazie alla testimonianza di un cittadino extracomunitario che viveva proprio nell’ex hotel Zagarella. L’uomo riferì di aver soccorso la vittima subito dopo l’aggressione e di aver inseguito l’assassino lungo la Domiziana, fino a essere minacciato con un coltello dal fuggitivo, identificato in seguito proprio in De Maria.
Grazie a un intenso lavoro investigativo, basato su intercettazioni telefoniche, ambientali e sull’analisi delle immagini di videosorveglianza raccolte lungo il percorso di fuga, gli inquirenti riuscirono a isolare la figura dell’aggressore. I filmati lo mostravano mentre scappava a piedi lungo la Domiziana, per poi entrare nel parco “Prato Verde” di Castel Volturno.
È proprio nel parco “Prato Verde” che gli investigatori concentrarono le loro ricerche. L’incrocio tra i dati raccolti, l’analisi delle immagini e ulteriori attività di controllo portò all’identificazione del sospettato: Emanuele De Maria. A quel punto, la procura emise un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Ma De Maria era nel frattempo fuggito dall'Italia in treno. L'estradizione avvenne solo nell'aprile del 2018, quando De Maria fu identificato in Germania, ai confini con i Paesi Bassi. L'uomo era stato localizzato nella cittadina di Weener. Lì si nascondeva da tempo, dopo essere stato dichiarato latitante a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria italiana. La sua cattura è stata resa possibile grazie alla cooperazione internazionale tra le forze di polizia. Dopo l'arrivo a Fiumicino, fu inizialmente condotto a Secondigliano. Quindi il trasferimento a Bollate dove aveva ottenuto la chance di lavorare fuori dal carecere fino al fine pena previsto per il dicembre del 2030.
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