Delitto di Garlasco, la madre di Andrea Sempio: “Mio figlio trattato come un assassino, un incubo da 151 giorni" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:27

Delitto di Garlasco, la madre di Andrea Sempio: “Mio figlio trattato come un assassino, un incubo da 151 giorni"

La donna difende il figlio indagato: “Non è un assassino. Quello scontrino l’ho conservato per istinto, non per costruire alibi”

di Roberto Servio

Nel nuovo capitolo del caso Garlasco, parla la madre di Andrea Sempio, oggi indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. “Mio figlio è innocente, non ha ucciso Chiara. Siamo nell’occhio del ciclone da 151 giorni”. La donna spiega perché conservò lo scontrino del parcheggio a Vigevano risalente al giorno del delitto: “Non per fare alibi, ma per istinto di difesa. L’ho imparato in carcere, lavoravo come vigilatrice”. Un racconto personale che apre uno squarcio sulla pressione mediatica e giudiziaria che vive la famiglia Sempio.

Garlasco, la madre di Andrea Sempio: “Viviamo un incubo da 151 giorni”

“Siamo nell’occhio del ciclone. Lo siamo stati nel 2016 e lo siamo di nuovo dal 27 febbraio. Sono 151 giorni che la faccia di mio figlio è ovunque, in tv, sui giornali. È stato indagato e viene trattato come se fosse già un assassino”. È il grido di dolore di Daniela, la madre di Andrea Sempio, intervistata a Morning News in merito alla nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, per cui fu condannato in via definitiva l’allora fidanzato Alberto Stasi. “Riconducono tutto a mio figlio e siamo stanchi. Ma l’unica cosa che ci tiene in piedi è sapere che è innocente”.

“Non stiamo costruendo alibi. Abbiamo sempre detto la verità”

Daniela respinge con fermezza ogni sospetto: “Io e mio marito non stiamo cercando di costruire alibi. Abbiamo sempre detto la verità”. Al centro delle polemiche, lo scontrino di un parcheggio a Vigevano datato 13 agosto 2007, giorno del delitto. “Non sono mai stata a Vigevano, non ho mai fatto uno scontrino lì. Lo scontrino lo ha trovato mio marito. Io ho deciso di tenerlo”.

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La mamma di Sempio e lo scontrino in una busta: “L’ho conservato per istinto, non per strategia”

La donna ha spiegato perché decise di conservare lo scontrino che, secondo la difesa, dimostrerebbe che Andrea si trovava altrove al momento dell’omicidio. “Negli anni ’80 ho lavorato come vigilatrice in un carcere di massima sicurezza. Le detenute comuni dicevano sempre: ‘Qualsiasi cosa succeda, parati il fondoschiena’. Quando hanno ucciso un’amica di mio figlio, ho trovato uno scontrino che dimostrava che era a Vigevano. Aveva 19 anni, frequentava quella casa… la cosa più ovvia mi è sembrata tenerlo. Magari ho sbagliato, ma l’ho messo in una busta di plastica, in un cassetto”.

“Mio figlio è innocente. Possono tirare fuori di tutto”

Un messaggio ripetuto con forza: “Mio figlio è innocente. Non è andato a uccidere Chiara Poggi. Possono tirare fuori di tutto, ma questa è l’unica verità che ci dà forza. Speriamo che tutto questo finisca al più presto, perché ci stiamo rimettendo in salute”.

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