Milano
Delitto di Senago, la cognata di Impagnatiello gli comprò l'auto per farlo apparire nullatenente
Il Tribunale civile di Milano ha disposto un risarcimento di 25 mila euro per i familiari di Giulia Tramontano. L’auto del killer, usata per trasportare il corpo della vittima, fu venduta alla moglie del fratello due mesi dopo l’omicidio per sottrarla ai

Alessandro Impagnatiello
Nuovo capitolo giudiziario legato al delitto di Senago. Il Tribunale civile di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello a risarcire con circa 25mila euro la famiglia di Giulia Tramontano. La donna aveva acquistato la Volkswagen T-Roc del killer nell’agosto 2023, due mesi dopo l’omicidio, a un prezzo inferiore al valore reale. Per i giudici si trattò di un atto volto a sottrarre il bene ai risarcimenti dovuti ai familiari della vittima
Delitto di Senago, la cognata di Impagnatiello condannata a risarcire con 25mila euro la famiglia di Giulia Tramontano
Il Tribunale civile di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello, la moglie del fratello Omar, a risarcire circa 25mila euro alla famiglia di Giulia Tramontano, tra danni e spese legali. Al centro della vicenda c’è la Volkswagen T-Roc dell’assassino reo confesso, usata per trasportare il corpo della compagna dopo l’omicidio del maggio 2023 e poi venduta nell’agosto dello stesso anno alla cognata per 10mila euro, quando ne valeva circa 20mila.
Un passaggio di proprietà sospetto
Secondo la sentenza, riportata dal Corriere della Sera, la vendita aveva l’obiettivo di “diminuire la consistenza patrimoniale” di Impagnatiello per sottrarre beni alle richieste risarcitorie dei familiari di Giulia. Il giudice Francesco Pipicelli ha accolto la tesi della famiglia Tramontano, assistita dagli avvocati Rosario Santella e Giovanni Cacciapuoti: l’operazione fu realizzata “all’esclusivo fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie”.
La decisione sottolinea come il passaggio di proprietà, avvenuto tra parenti, sia stato compiuto con piena consapevolezza delle conseguenze. Il dato temporale rafforza il sospetto: l’auto fu ceduta appena due mesi dopo l’omicidio.
Il giallo del furto dell'auto e del rimborso negato dall'assicurazione
A complicare ulteriormente il quadro, nell’ottobre 2024 l’auto risultò denunciata come rubata. L’assicurazione, però, rifiutò il rimborso, giudicando “contraddittoria e anomala” la dinamica dichiarata. Da qui la decisione del Tribunale: revocata la compravendita e disposto il risarcimento a favore della famiglia Tramontano, pari al valore reale del veicolo (20 mila euro) più 5 mila euro di spese legali.
I risarcimenti alla famiglia Tramontano e Impagnatiello nullatenente
Resta però aperta la questione più ampia dei risarcimenti. In sede penale erano state stabilite provvisionali per centinaia di migliaia di euro, ma Impagnatiello è risultato nullatenente. L’unico indennizzo certo per i familiari arriverà dal Fondo del Viminale per le vittime di reati intenzionali violenti.