Equalize, Pazzali: "Mia figlia coinvolta nel tritacarne mediatico in modo inaccettabile" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 19:58

Equalize, Pazzali: "Mia figlia coinvolta nel tritacarne mediatico in modo inaccettabile"

Negli interrogatori dell'esperto informatico Calamucci diffusi da Repubblica anche le presunte richieste di Pazzali di localizzare il cellulare dell'ex della figlia: "Inaccettabile fuga di notizie"

di Roberto Servio

Equalize, Pazzali: "Mia figlia coinvolta nel tritacarne mediatico in modo inaccettabile

Nel confronto del 28 ottobre con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano, l’esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci, uno degli indagati nella maxi inchiesta su Equalize, ha confermato le sue accuse nei confronti di Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano e, secondo la Procura, “vero capo” del gruppo che avrebbe commissionato accessi illeciti a banche dati riservate. Nella ricostruzione di Calamucci, anche un passaggio - riferito da Repubblica - nel quale l'informatico  ha raccontato che Pazzali chiese pure di localizzare il cellulare del figlio e dell'ex fidanzato della figlia. 

Nel verbale di 25 pagine, Pazzali — assistito dall’avvocato Federico Cecconi — ha respinto punto per punto le accuse. Ha negato di aver mai chiesto verifiche sul conto dei La Russa o della propria famiglia, sostenendo che le ricerche su “Beyond” fossero state effettuate “solo per testarlo” e di “non aver mai chiesto accessi Sdi su alcuno”.

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Pazzali: “Mia figlia coinvolta nel tritacarne mediatico in modo inaccettabile"

Dopo la pubblicazione dei contenuti dell’interrogatorio, Enrico Pazzali ha diffuso una nota durissima contro la diffusione di atti giudiziari coperti da segreto: “Leggo, con estrema amarezza, per l’ennesima volta, questa inaccettabile fuga di notizie riguardo al contenuto di interrogatori che neppure sono nella disponibilità mia, soggetto indagato, e dei miei legali. Pensavamo che con la riforma Nordio fosse finalmente superato il periodo in cui sui giornali si leggevano atti giudiziari non pubblici, ma evidentemente l’imbarbarimento a cui siamo sottoposti continua, e nulla sembra impedire che tali atti vengano divulgati senza alcuno scrupolo, con toni scandalistici e privi di qualsiasi forma di deontologia".

Pazzali prosegue: "Senza nessun rispetto per le persone coinvolte, si buttano in pasto al lettore fatti che riguardano la mia famiglia, senza nemmeno pensare alle infauste conseguenze di simili gesti. Mi riferisco, evidentemente, a quanto riguarda mia figlia, non parte del processo, infangata a sua insaputa e coinvolta in un tritacarne mediatico che fa affiorare episodi sgradevoli della sua vita privata in modo del tutto inaccettabile. Non mi riconosco in simile stampa, del tutto priva di qualunque forma di rispetto della persona e di deontologia, prima di ogni altra cosa".

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